Monica sul podio dei 200 misti dopo una finale tiratissima: «Bellissimo, spero serva ad avvicinare i giovani allo sport»
PAVIA
Terza medaglia di bronzo per Monica Boggioni, in una Paralimpiade che la 23enne nuotatrice cresciuta all’Aics Pavia ricorderà per sempre. Ieri, nell’ultima giornata di gare all’Aquatic Center di Tokyo, Monica ha compiuto un capolavoro, recuperando il gap con le avversarie sino a superare nei 25 metri finali anche la compagna di nazionale Giulia Ghiretti e chiudendo terza nella finalissima dei 200 misti categoria SM5 in 3’39”50. Decisiva la frazione a stile, che è la specialità dove Monica è più forte.
La grande rimonta
Boggioni Parte soffrendo sia nella prima frazione dei 50 metri a delfino, che nella seconda a dorso, poi inizia a recuperare a rana e vola a stile. «Ho riposato tre giorni – racconta – sono stati importanti per riposare, allenarmi e concentrarmi sull’ultima gara, tanto che alla partenza ero molto determinata e concentrata. Nessuna emozione stavolta. Ero decisa a giocare le mie carte sino all’ultima bracciata perché volevo concludere questa splendida esperienza con un podio». Monica ha disputato una gara in progressione: «Col mio allenatore avevamo deciso di non guardare cosa avrebbero fatto le avversarie – spiega – i 200 misti sono una gara impegnativa e complicata anche dal punto di vista fisico. Il mio punto debole è la frazione a farfalla e sapevo che avrei sofferto, per poi tenere alto il ritmo negli altri stili, spingendo al massimo nel libero. Nei tre giorni precedenti la finale avevo visualizzato la gara e come avrei dovuto nuotarla. E’ andata bene. Il tempo? Non mi soddisfa fino in fondo, pensavo di fare un pochino meglio, ma è da tanto che sono lontana da casa e la fatica si è fatta sentire. Ho stretto i denti e ora sono supercontenta di aver vinto il terzo bronzo in una gara, complicata a livello mentale. É importante il lavoro che ho fatto sia con il mio allenatore sia con la mia mental coach Caterina».
La dedica
La terza medaglia chiude una Paralimpiade di livello altissimo. «E’ stata piena di emozioni. Mi auguro che serva a indurre tanti ragazzi a fare sport e far capire quanto lo sport possa realizzare la magia di mostrare una parte positiva della disabilità, che non è più solo un limite ma diventa un punto di forza. Mi auguro che tantissimi ragazzi di Pavia e di Lodi possano appassionarsi allo sport, se volessero provare io li aspetto anche solo per chiacchierare con loro. La medaglia la voglio dedicare a tutti coloro che hanno condiviso con me questo sogno, dall’allenator Guy Soffientini, la Aics Pavia Nuoto, le Fiamme Oro, la Faustina di Lodi, Francesco il mio preparatore di Lodi, i miei genitori, mio fratello, i nonni, tutti coloro che mi hanno sorretto da casa coi messaggi. Stavolta la dedico anche a me stessa perché ci ho sempre creduto, non ho mai mollato».