Referendum sull'eutanasia legale, la provincia di Pavia si mette in coda per firmare. Sono infatti oltre 5mila le adesioni raccolte fino a questo momento anche se si è già ampiamente superato a livello nazionale di quota 500 mila, il numero minimo previsto per poter chiedere il referendum. Superato e anche quasi doppiato, visto che si veleggia verso le 800 mila sottoscrizioni. E l'iniziativa, organizzata dall'associazione Luca Coscioni continuerà fino al 30 settembre.
Pavia in testa
La classifica in provincia è guidata proprio da Pavia, dove fino all'altro giorno erano state raccolte circa 3500 adesioni. Buon risultato, secondo gli organizzatori, anche per Voghera e Vigevano, dove hanno apposto la loro firme rispettivamente 650 e 500 cittadini. Alto l'afflusso anche nei paesi più piccoli, anche se manca ancora un dato omogeneo. Moltissimi i pavesi che si sono presentati anche banchetti allestiti dall'associazione nelle piazze. Qualcuno ha però preferito recarsi presso lo studio legale di alcuni avvocati che avevano dato la loro disponibilità a raccogliere firme appoggiando così la campagna partita già fortissimo al primo di luglio. A livello regionale, la Lombardia è sempre stata infatti in testa al numero di adesioni, con quasi 76 mila firme raccolte a fine agosto. Al secondo posto il Piemonte (51 mila) e al terzo l'Emilia-Romagna (43 mila). Tutte le firme raccolte in provincia di Pavia sono state validate e autenticate. Ma ce ne sono ancora tante, tantissime, in attesa di essere verificate. Esulta Simone Verni, consigliere regionale del M5S.
In fila ai banchetti
«Il nostro gruppo consiliare è fra i promotori dell'iniziativa referendaria _ spiega Verni _ e io stesso ho seguito le varie fasi della raccolta firme sul nostro territorio». E la sorpresa non è stata da poco: «Direi che c'è stato un vero e proprio assalto ai banchetti, soprattutto a Pavia. Sapevamo che il tema era molto sentito, ma non ci aspettavamo un'affluenza così alta. E la gente continua a dare la propria adesione anche se ormai il numero di firme è stato abbondantemente superato». Un segnale, ricorda il consigliere del Movimento 5 Stelle, di come il tema sia molto sentito: «La coda ai banchetti non solo in provincia di Pavia ma in tutta Italia sottolinea ancora una volta lo scollamento fra Paese reale e classe politica. Il Parlamento continua a non voler legiferare su questo tema delicatissimo, girandosi dall'altra parte».
