La Cassazione smonta la tesi di un eccesso di legittima difesa nel delitto Sgherbini. L’assassino dovrà risarcire i parenti
GARLASCO
Un omicidio intenzionale, non un eccesso di legittima difesa. La Cassazione ha confermato la condanna a 20 anni di carcere per Massimo Piazza, il 48enne di Garlasco che il 10 luglio del 2017 esplose un colpo di pistola contro il 30enne Jader Sgherbini di Ottobiano, uccidendolo. Il delitto avvenne in piazza Unità d’Italia, in pieno centro a Garlasco. Lo sparo, seguito a una discussione per una questione di soldi e costato la vita al 30enne di Ottobiano, che aspettava un figlio dalla compagna, era avvenuto davanti a un bar. La difesa di Piazza, rappresentata dall’avvocato Roberto Grittini, aveva contestato anche le provvisionali di 150mila euro assegnate al padre e alla compagna della vittima. Ma il risarcimento, anche se parziale (il danno complessivo è al centro di una causa civile) è confermato.
Due versioni a confronto
Per il delitto, Piazza era stato condannato in primo grado, il 12 luglio del 2018, a 20 anni di carcere con rito abbreviato, sentenza poi confermata in appello. In entrambi i gradi di processo, tuttavia, la difesa aveva contestato la ricostruzione dell’accusa. Secondo la procura, prima dello sparo c’era stata una colluttazione nata da una discussione per una questione di soldi (un debito per l’acquisto di una pistola). Poi Piazza, che ha ammesso di aver sparato, ha esploso un solo colpo di pistola verso Sgherbini dopo essere stato colpito con un pugno, uccidendolo sul colpo. Dopo la sparatoria Piazza si è allontanato, ma è stato intercettato e arrestato dai carabinieri vicino ad Abbiategrasso.
La difesa ha sottolineato che la pistola, mai ritrovata, non era di Piazza, ma di Sgherbini, a cui l’aveva strappata di mano dopo essersela vista puntare contro. In sostanza, secondo la tesi della difesa, Piazza aveva sparato per difendersi. La lite violenta, ha insistito la difesa, era stata registrata dalle telecamere di sicurezza della zona.
Il ricorso in Cassazione
La tesi dell’eccesso colposo di legittima difesa è stata al centro anche del ricorso in Cassazione. L’avvocato di Piazza, per provare a far annullare la condanna, ha contestato la legittimità del ragionamento alla base della sentenza e anche il mancato riconoscimento dell’attenuante della provocazione.
Ma gli ermellini hanno ritenuto infondati i motivi del ricorso. Piazza, secondo le immagini delle telecamere, era sceso dalla macchina nella piazza di Garlasco impugnando già la pistola, mentre Sgherbini non era armato. Inoltre l’imputato, una volta spintonato da Sgherbini, si era allontanato dalla vittima e quindi non c’era alcuna necessità di difendersi, visto anche che la vittima era claudicante per un precedente incidente.