Casorate: è riuscito a uscire dalla vasca ma si è subito accasciato. Il cognato, guidato al telefono dall’operatore del 118, ha provato a rianimarlo
CASORATE. Muore nella piscina della villa del cognato. La tragedia è avvenuta in via Sant’Agostino, a Casorate. La vittima si chiamava Cesare Scotti, aveva 58 anni e abitava a in paese.
L’uomo è stato probabilmente stroncato da un malore e lo stesso cognato Luca Locarni Ferrari ha cercato di rianimarlo per mezz’ora, guidato al telefono dalla centrale operativa del 118 di Pavia. Un tentativo disperato che, purtroppo, non ha avuto successo. Anche il medico del 118 ha tentato in ogni modo di salvargli la vita ma, alla fine, è stato costretto e constatare il decesso.
I carabinieri della stazione di Casorate hanno eseguito un sopralluogo, ma non è emersa la minima responsabilità. È stata una tragica fatalità e il sostituto procuratore di turno della procura della repubblica di Pavia, Carlo Palermo, ha subito disposto la restituzione del corpo ai familiari. Il funerale è in programma sabato mattina alle 11 nella chiesa del paese.
Cesare Scotti era molto conosciuto a Casorate sia nel mondo sportivo che in quello del soccorso. Era infatti volontario della Croce Rossa ed era stato anche alla Croce Bianca di Binasco. A tempo perso faceva il custode del campo sportivo comunale. La società del Casorate calcio lo ha ricordato su Facebook: «Il nostro amico Cesare è volato in cielo. Ci mancherai tantissimo».
«Una persona eccezionale – spiega il cognato – che nelle sue possibilità cercava di aiutare tutti».
La tragedia è avvenuta giovedì pomeriggio nella villa di via Sant’Agostino alla periferia del paese, verso Trovo. Cesare Scotti era andato nella piscina di casa dei parenti. Era in acqua quando ha accusato il malore. Sembra sia uscito ma, improvvisamente, si è accasciato a bordo piscina.
«Lo abbiamo visto – spiega il cognato Luca Locarni Ferrari – e abbiamo chiamato subito il 118. L’operatore mi ha detto di provare a fare il massaggio cardiaco in attesa dell’arrivo dei soccorsi. E al telefono mi ha spiegato come dovevo fare. Ho iniziato le pressioni con le mani aiutato da un muratore. Dopo qualche minuto ci davamo il cambio. Purtroppo Cesare non si riprendeva. Poi sono arrivati il medico del 118 e gli infermieri ma anche loro si sono dovuti arrendere. Purtroppo era già morto».