Un medico che lavora alla clinica privata convenzionata con il sistema sanitario nazionale Beato Matteo di Vigevano è stato sospeso dal lavoro perché non vaccinato contro il Covid: è il primo caso di un medico no-vax sospeso in provincia di Pavia. Stessa sorte anche per un infermiere, sempre della clinica vigevanese.
Il provvedimento
Una decisione presa dal gruppo privato San Donato che controlla in provincia la clinica Beato Matteo a Vigevano e la clinica Città di Pavia a Pavia. «Abbiamo ricevuto dall’Ats l’elenco del personale che non ha voluto vaccinarsi nelle nostre strutture ed abbiamo agito seguendo le nuove normative» spiegano dal gruppo sanitario milanese.
Il provvedimento della direzione del gruppo prevede che il medico e l’infermiere no-vax siano dispensati dal lavoro fino al prossimo 31 dicembre. Mesi durante i quali non riceveranno lo stipendio dall’azienda di cui sono dipendenti. Cosa accadrà dopo il 31 dicembre, quando scadrà l’efficacia del provvedimento preso dai vertici del gruppo San Donato, ancora non si sa. Dipenderà dalle evoluzione delle normative in materia. Il provvedimento a carico dei due sanitari no-vax in servizio nella clinica vigevanese è già stato notificato agli interessati. Una clinica che, tra l’altro, è un centro vaccinale autorizzato dalla Regione Lombardia. Il primo ad essere aperto a Vigevano, ancora prima dell’hub di Asst al centro commerciale “Il Ducale”. Insomma, volendo, il vaccino anti Covid al Beato Matteo era davvero a portata di mano.La decisione sui due casi di Vigevano è stata presa dal datore di lavoro, secondo le nuove norme regionali. In un secondo momento potrebbe arrivare anche la sospensione per il medico da parte dell’ordine professionale provinciale dei medici. Un eventuale provvedimento dell’ordine inibirebbe quindi anche la libera professione per i medici no-vax.
I controlli di Ats
Ma come si è arrivati a scoprire chi tra gli oltre 16mila sanitari che lavorano in provincia di Pavia non ha avuto il vaccino? Il merito è di un’indagine dell’Ats di Pavia avviata lo scorso maggio tra lavoratori (medici, infermieri e ausiliari) di ospedali, cliniche e case di riposo. Ma anche tra gli appartenenti agli ordini professionali. Un elenco di 16.100 persone da cui è emerso che circa 3mila non avevano ancora ricevuto nemmeno una dose di vaccino contro il Covid. Va tenuto conto che gli operatori sanitari sono stati tra i primissimi a potersi vaccinarsi, basti pensare che al San Matteo di Pavia e all’Asst di Pavia già a fine marzo l’83% dei dipendenti aveva almeno una dose. Ai 3mila senza vaccino Ats ha inviato una lettera per capire le motivazioni, molti hanno risposto allegando certificati e valutazioni mediche. Ma ci sono anche i sanitari no-vax. Elenchi che ora sono stati mandati anche alle aziende di appartenenza, aprendo quindi la possibilità a decisioni dei datori di lavoro sulla scorta delle norme di legge che permettono la sospensione senza stipendio.
Nel resto d’Italia
Casi che accadono a Vigevano, così come a Pavia e Voghera. Ma anche nel resto d’Italia. Con i tribunali amministrativi sempre più affollati di ricorsi dei sanitari no-vax sospesi. Proprio ieri è arrivata una delle prime sentenze. Il Tar di Lecce ha respinto il ricorso presentato da una dottoressa del 118 dell’ Asl di Brindisi. La donna era stata sospesa a luglio senza stipendio prima dall’Asl brindisina e poi anche dall’ordine dei medici provinciale. La donna aveva rifiutato di sottoporsi alla vaccinazione.
