PAVIA. Meglio che la Regione prenda seriamente in considerazione un altro operatore diverso da Trenord, alla scadenza del contratto, se vuole rilanciare davvero il servizio ferroviario. Ad arrivare a questa conclusione drastica non sono le associazioni dei pendolari, ma un gruppo di studio composto da ricercatori del Politecnico di Milano e della società Meta che ha pubblicato nei giorni scorsi un report in cui ha letteralmente vivisezionato attività, interventi, bilanci e addirittura dinamiche interne alla società nel rapporto con i propri dipendenti, nel periodo fra il 2010 e il 2019. E il verdetto è impietoso: Trenord viene bocciata praticamente su tutti i fronti.
Il Politecnico rileva che «l’indice di puntualità percepita risulta dal 2015 in progressiva caduta, interrotta solo dal piano straordinario messo in campo dall’azienda con il cambio di orario di dicembre 2018, che ha permesso un lievissimo recupero». Un altro indicatore, atto a rilevare le situazioni più gravi, è quello riguardante la media giornaliera dei treni soppressi: «Anche questo indicatore di regolarità, inizialmente stabile, ha presentato nel corso del 2018 un netto peggioramento passando da una media di circa 30 casi a quasi 80». Non va meglio sotto il profilo dell'affidabilità. Secondo il gruppo di studio «i dati pubblicati mensilmente sul sito Trenord, confermano il netto peggioramento del 2018: nel mese di ottobre ben 24 direttrici su 39 non hanno rispettato lo standard di qualità, risultando soggette a bonus». La demolizione dell'azienda prosegue considerando altri elementi. Come i conti, ad esempio. Secondo il Politecnico balza subito all'occhio «l’impermeabilità delle relazioni illustrative dei bilanci per gli aspetti non finanziari, che nella maggior parte dei casi non sono sufficienti a ricostruire nemmeno i più basici indicatori di produzione e l’entità dei fattori di produzione». Pollice verso anche per la gestione operativa. Indicatori di produttività economica? Nemmeno a parlarne. «Non è possibile rinvenire alcun complessivo efficientamento di Trenord, nonostante questo fosse un obiettivo esplicito dell’operazione di fusione» è il giudizio inappellabile. La conclusione finale del Politecnico è la pietra tombale sull'efficienza dell'azienda: «Non sembra accettabile (e nemmeno ammissibile) è che Trenord conservi il monopolio di servizi che non è palesemente in grado di esercire, o che esercisce con autobus».
«Uno studio parziale e non scientifico». Così la società replica al report del Politecnico di Milano. «La ferrovia è un sistema _ fa sapere l'azienda _. Lo studio citato è volutamente parziale e non considera il sistema nel suo complesso, ovvero la capacità dell’infrastruttura ferroviaria, il 53% di linee a binario unico, le interferenze con servizi diversi come l’Alta Velocità e le merci, le centinaia di passaggi a livello, le stazioni non presidiate. Tutti fattori questi che non dipendono in alcun modo da Trenord e che contribuiscono in maniera determinante all’efficacia e all’efficienza del servizio. Uno studio che propone soluzioni senza analizzare la complessità del contesto di riferimento non può dirsi scientifico».
