«È necessario generare una nuova cultura basata sul rapporto tra costo e beneficio delle nostre azioni. La misura istantanea non può bastare. L’indirizzo politico deve lavorare sugli incentivi e forse sulla limitazione di alcune libertà. Ricordo, ad esempio, quando si fumava al cinema e in aereo, mentre ora non si può più fare. La risposta personale è quella che ci consentirà di cambiare». Il rettore dello Iuss, Riccardo Pietrabissa, ne ha parlato con il direttore della Provincia Pavese, Andrea Filippi.
Competenza e decisioni sono stati i punti di riferimento dell’intervento di Pietrabissa, due fari per seguire la strada dello sviluppo sostenibile e affrontare i cambiamenti climatici che coinvolgeranno ogni settore della società e costringeranno a modificare abitudini e atteggiamenti economici che appaiono consolidati. Di recente lo Iuss (Istituto universitario di studi superiori) è diventato capofila del più grande progetto in gema di sostenibilità ambientale che offre la possibilità di ottenere un dottorato a livello nazionale sullo “sviluppo sostenibile e cambiamenti climatici”, tema che guarda al futuro, ma con radici obbligatoriamente piantate nel presente.
Gli obiettivi di Agenda 2030
«Una esperienza innovativa e sperimentale – ha sottolineato il rettore Pietrabissa, professore di bioingegneria –. Mi piace sottolineare l’aspetto innovativo perché nell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite sono 17 gli obiettivi dello sviluppo sostenibile e quindi occorre mettere a sistema competenze diverse: ci occuperemo di energia, etica, società, diritti ed altri aspetti. Ci vogliono competenze precise, ma disponibili a dialogare. Pensiamo al Covid, un tema della microbiologia che coinvolge tutti i settori della società».
Il tema del cambiamento climatico sembra essere un convitato di pietra del futuro, ma tutto sta accelerando ed è importante creare le capacità per affrontare la questione dal punto di vista sistemico. Un discorso che invita a pensare a un nuovo modello di classe dirigente, ha proseguito: «Ci classifichiamo per il lavoro che svolgiamo, ma siamo tutti cittadini. Condividere i problemi è la vera sfida, il decisore politico deve avere la sensibilità di trovare le competenze giuste per soluzioni anche a prima vista impopolari. Su molti temi c’è mancanza di esperienza e competenza, dobbiamo iniziare a fare i conti con una nuova generazione di decisori».
In fondo tutto parte da un cambiamento, ma in tanti casi sembra mancare la scintilla: un atteggiamento singolo può fare poco, una presa di coscienza invece ci guiderà verso uno sviluppo sostenibile. Il profitto e lo sviluppo sostenibile non sembrano andare di pari passo, ma sarà necessario trovare un punto di equilibrio. Come farlo? «Ci vorrà tanto lavoro, il profitto è necessario e non dobbiamo averne paura, poi abbiamo spesso mercati dell’inutile, ma non mi riferisco a quello alimentare. Ci sono aziende che fanno della sostenibilità il proprio brand, quindi è troppo comodo dire che esiste una colpa industriale rivolta al profitto. Vanno definiti dei criteri e trovate delle modalità per incentivare la trasformazione. Sono ottimista».
Pavia è capofila del più grande dottorato nazionale; il primo in sviluppo sostenibile e cambiamento climatico. Parliamo di 30 università italiane pubbliche e private coinvolte e coordinate dallo Iuss. Tre anni di studi e 105 borse di studio suddivise in 6 curricula (sistema terra e ambiente, rischi e impatti socio economici, tecnologia e territorio, teorie-istituzioni e culture, agricoltura e foreste, salute ed ecosistemi). 12 borse riceveranno un finanziamento completo, 93 verranno cofinanziate al 50%. I contributi stanziati dal Ministero dell’Università e della Ricerca (Miur) e dagli atenei coinvolti si aggirano sugli 8 milioni di euro. I corsi saranno in inglese e inizieranno a novembre. I laureati dovranno presentare la domanda di adesione, tramite la piattaforma web del sito dello Iuss, entro il 22 luglio. A settembre i potenziali candidati idonei saranno convocati per un colloquio. Terminata questa procedura si procederà alla selezione dei 105 ammessi. I dottorandi sosteranno la prima parte della formazione a Pavia.
