Dati e riflessioni in tempo di pandemia
Nell’ultimo anno la crisi sanitaria ha influenzato diversi settori, tra cui quello economico e questa crisi ha colpito maggiormente le donne italiane. Il Covid ha fatto riemergere una delle principali problematiche del nostro Paese costringendo molte donne a dover scegliere tra lavoro e famiglia. Infatti si è verificato un calo nel tasso d’occupazione delle donne che risulta sceso al 48,4 %. A questo proposito, a dicembre 2020 su 101 mila occupati in meno, 99 mila sono state donne. Inoltre le donne non sono state tutelate correttamente dal divieto di licenziamento imposto dal governo. Bisogna riconoscere che questa disparità nell’ambito lavorativo non è basata sul diverso livello d’istruzione, ambito nel quale il livello femminile è maggiore rispetto a quello maschile.
Le donne sono poi state costrette a passare maggior del loro tempo a casa e il loro carico lavorativo domestico ha raggiunto la quota di 60 ore a settimana. Questo aumento è stato causato anche dalla chiusura di servizi essenziali come scuole e asili. Questa emergenza ha causato danni maggiori nel Mezzogiorno, in cui già lavora solo il 34,1% delle donne (tra i 25 e i 49 anni), contro il 60,8% e il 64,3% delle regioni centro-settentrionali.
Un altro aspetto che ha visto le donne penalizzate si riscontra sull’elevato tasso di contagi sul posto di lavoro: le donne si sono trovate maggiormente in contatto col pubblico poiché è maggiore la prevalenza femminile nei settori sanitari, alimentari, di ristorazione o come personale nelle case di riposo. Infine un ulteriore segnale del grave impatto che la pandemia ha avuto sulle donne proviene dall’aumento delle richieste di aiuto alla Caritas in seguito al primo lockdown che a livello nazionale è passata dal 50,5% del 2019 al 54,4% riscontrato a fine 2020. —
Alessia Baldini, Martina Beretta, Chiara Castoldi, Martina Piscioli, Matilde Ghisolfi, Dennisa Iacoban, Asia Saccone, Omnia Titaou - classe 5ªDL liceo Adelaide Cairoli