foto da Quotidiani locali
Roma. Doveva essere un decreto, invece è di nuovo un Dpcm, un Decreto del presidente del consiglio dei ministri: il primo andava approvato dal Parlamento entro sessanta giorni, il secondo no.
La terza ondata dei contagi non passerà attraverso misure di lockdown generalizzato. Resta il sistema dei colori per le Regioni, resta il sistema delle zone rosse localizzate, resta la misura estrema della chiusura delle scuole. Con un però: per un mese - dal 6 marzo al 6 aprile - chiuderanno automaticamente solo gli istituti in zona rossa o nei quali si registrino 250 contagi ogni centomila abitanti nell'arco di sette giorni. Ai governatori resta la facoltà di chiudere anche in zona arancione e gialla, secondo una previsione lasca e astrusa: «...nelle aree in cui abbiano adottato misure più stringenti per via della gravità delle varianti». In sintesi: la piena discrezionalità se farlo comunque, e poco importa se possa essere incongruo. Nelle ore della trattativa su questo punto c'è stata polemica con sindaci e presidenti di Regione.