Arrivato anni fa a Vigevano con la sorella (terza a Miss Italia nel 2015), il giovane accusato di avere ucciso Filippo Incarbone ha creato una gang di persone succubi della sua violenza
il personaggio
Auto potenti e costose, che cambiava spesso, grande disponibilità di denaro e un fare spavaldo. Sullo sfondo storie di droga e estorsioni. Michael Mangano a Vigevano era più conosciuto per il suo stile di vita e per il modo di fare violento, che per la sua parentela con la sorella Sarime, arrivata terza al concorso Miss Italia nel 2015. Il denaro che l'uomo, accusato dell'omicidio del camionista Filippo Incarbone, spendeva spesso arrivava da attività illecite come estorsione e spaccio di droga.
Un passato agitato
Una vita violenta quella di Michael, ribelle fin da ragazzo. Nato in Valle D'Aosta da un matrimonio tra il padre Maurizio e una donna nigeriana, Michael con la sorella Sarime è arrivato a vivere a Vigevano da alcuni zii, dopo la morte del padre. Fu proprio la sorella, arrivata terza a Miss Italia nel 2015, a raccontare del padre scomparso in circostanze misteriose (rispunta la droga) e del loro arrivo a Vigevano. «Mi dissero – dichiarò al giornale Diva e Donna Sarime – che mia madre mi aveva abbandonata». In realtà la donna vive a Biella e i due fratelli sono riusciti a trovarla dopo anni.
È la Vigevano degli anni '90 quella in cui arrivano i due ragazzi che presto prenderanno strade diverse. Sarime sogna un futuro nella moda e comincia a iscriversi ai concorsi di bellezza; Michael inizia, invece, a frequentare le cosiddette brutte compagnie e nel giro di poco tempo diventa un piccolo boss, che mette in soggezione anche uno più vecchio di lui come Filippo Incarbone. La sopraffazione non è solo fuori casa, ma anche tra le mura domestiche. Nel 2011, a 22 anni, se la cava con un'ammenda di 206 euro per non aver fornito le generalità alle forze dell'ordine, che sul posto ci sono arrivati chiamati dalla zia verso la quale stava lanciando degli oggetti. Da questa seconda accusa risulta assolto, ma i problemi continuano.
La droga entra in maniera prepotente nella sua vita e gli crea guai, fino al presunto tentativo di estorsione e sequestro ai danni della sorella, per il quale è stato riconosciuto innocente. I familiari guardano attoniti la discesa verso l'incubo del ragazzo . La speranza rinasce quando trova una ragazza e la sposa. I due hanno una bambina e lui inizia a lavorare. Sembra tutto a posto anche perchè Michael gestisce un bar con la moglie, dalla quale si sta separando. Proprio in quel barettino Michael spesso si incontra con Filippo Incarbone. Con il camionista leccese sviluppa un rapporto strano. Passano le sere con lui, gli organizzano perfino una festa di compleanno, ma allo stesso tempo Michael gli chiede soldi, lo sfrutta e, negli ultimi tempi, lo picchia sempre più spesso.
I due sono legati da un debito in denaro, forse, ma il rapporto è una sorta di sindrome di Stoccolma, dove la vittima non può staccarsi dal carnefice. La vita tranquilla di Michael Mangano finisce. Ritrova i vecchi amici e avrebbe cominciato a praticare estorsioni. Chiede soldi, tanti soldi. A un imprenditore avrebbe provato a estorcere 20 mila euro. Ma non si limita a persone abbienti. Vessa anche Filippo Incarbone, che sta attraversando un periodo duro. Il denaro è il filo portante di questa vicenda: Michael vive nel suo mondo fatto di persone che gli obbediscono per paura o sotto la costrizione della violenza. Negli ultimi tempi c'è chi ricorda come abbia distrutto più di un’auto; i vicini chiamano spesso le forze dell'ordine per i rumori molesti da casa sua. Michael non si trattiene. —