PINAROLO PO. Aveva esaurito i permessi e i congedi per potere assistere la figlia quindicenne gravemente malata. Un dramma nel dramma per un’operatrice della Rsa “San Francesco” di Pinarolo Po che, quindi, avrebbe rischiato tagli al suo stipendio, unica entrata economica della famiglia, per stare a casa ad accudire la ragazza, non avendo ancora ottenuto l’autorizzazione per accedere ai benefici della legge 104.
La grande generosità
Ma i suoi colleghi non ci hanno pensato due volte e, nel giro di poco tempo, le hanno donato quasi 900 ore per consentirle di stare vicino alla figlia, inserita in un programma sperimentale di cura. E la gara di solidarietà ha superato i confini oltrepadani, visto che vi hanno partecipato altri dipendenti della cooperativa Coopselios di Reggio Emilia, che gestisce anche la Rsa di Pinarolo, come segnale di vicinanza alla lavoratrice. Alla fine, 67 lavoratori hanno donato 786 ore di ferie, 80 ore di permessi, 10 ore di banca ore utilizzabili come permessi.
«Si tratta di un bellissimo gesto di solidarietà e la lavoratrice ha già ricevuto dalla responsabile del servizio la lettera formale del dono di queste 876 ore – commenta Giancarla Molinari, sindacalista della Fp Cgil Pavia, che ha seguito la vicenda -. Questa storia, purtroppo, parte da una realtà drammatica, ma, venuti a conoscenza della situazione di bisogno della loro collega, gli altri lavoratori non hanno esitato un momento e c’è stata un’adesione altissima. Questa solidarietà e coesione sono importanti e fanno davvero bene». Il passaparola è arrivato addirittura alla sede della cooperativa Coopselios di Reggio Emilia, che ha donato 80 ore per questa buona causa. «Quando abbiamo appreso della difficile situazione di questa nostra operatrice, tra i colleghi si è avviata immediatamente in modo spontaneo una vera e propria gara di solidarietà – aggiunge Chiara Mezzadra, responsabile della Rsa “San Francesco” -. Ben 67 lavoratori hanno donato ore di ferie, permessi e banca ore».
Il ringraziamento
La lavoratrice ha preferito restare anonima, ma ha voluto, attraverso il sindacato, ringraziare i colleghi: «Questa storia è da raccontare perché sarebbe bello che anche in altre strutture le lavoratrici e i lavoratori fossero partecipi e solidali – racconta la donna -. Per me questo sostegno è importante anche dal punto di vista economico. Cresco mia figlia da sola e per starle vicino nella terapia ho bisogno di avere certezze di copertura. Questo gesto concreto mi permette di non avere tagli in busta paga». «La nostra missione è prenderci cura delle persone e come impresa sociale abbiamo lo stesso dovere di sostenere i nostri lavoratori quando si trovano in situazioni di difficoltà – sottolinea il presidente di Coopselios, Giovanni Umberto Calabrese -. Siamo una grande famiglia e lo abbiamo dimostrato anche questa volta».—
Oliviero Maggi
