Faceva risultare come vaccinati dei pazienti che in realtà non si erano sottoposti all'inoculazione
PISTOIA. Una pena pesante. Ancora più alta di quella che aveva chiesto il pubblico ministero al termine della propria requisitoria. Condannato a 5 anni, 3 mesi e 10 giorni di reclusione Federico Calvani, il 66enne ormai ex medico di famiglia della Montagna pistoiese che si trova agli arresti domiciliari dal 31 dicembre scorso per aver fatto ottenere illegalmente il Green pass a decine di persone attraverso vaccinazioni simulate.
Il gup del tribunale di Pistoia, di fronte al quale nella mattina di lunedì 27 giugno è stato celebrato il processo con il rito abbreviato, ha inoltre riconosciuto una provvisionale di 20mila euro a ciascuna delle tre parti civili che si erano costituite in giudizio: l’Asl Toscana centro, l’Ordine dei medici di Pistoia e, infine, assieme presidenza del consiglio dei ministri e ministero della Salute.
Le accuse contestate al medico (sospeso dall’ordine)sono quelle di falsità, truffa al sistema sanitario nazionale, peculato e omissione di atti d’ufficio. Tra gli 81 capi d’accusa nei suoi confronti ve ne sono anche due per il reato di corruzione. La procura gli ha contestato di aver intascato 50 euro in un’occasione e 40 in un’altra da tre pazienti mai vaccinati dei quali aveva inserito i dati nella piattaforma regionale per il rilascio dei Green pass.
La pm Linda Gambassi aveva chiesto la condanna a 4 anni, 4 mesi e 20 giorni di reclusione, risultato dello sconto applicato sulla pena base previsto dal rito alternativo chiesto dall’imputato.
«Aspetteremo le motivazioni della sentenza per poi verificare l’ipotesi di un eventuale appello – spiega, appena uscito dall’aula dell’udienza preliminare, l’avvocato Stefano Panconesi, difensore del medico – Ci aspettavamo una pena un pochino più bassa, è stata più alta di quella chiesta dal pm – ammette –. Qualsiasi valutazione andrà comunque fatta dopo aver letto le motivazioni».
Al suo fianco nell’atrio del tribunale, Federico Calvani ha preferito non rilasciare dichiarazioni, diversamente dalle precedenti occasioni in cui si era presentato a palazzo di giustizia. «Io ho la coscienza a posto. Non ho rimorsi. Perché so che sono stato dalla parte dei miei pazienti» aveva detto in una di queste.
Come accennato, tre le parti civili. Nella persona del presidente Beppino Montalti, l’Ordine dei medici e degli odontoiatri della provincia di Pistoia, rappresentato dall’avvocato Andrea Niccolai, si è costituito per il danno d’immagine patito, ritenendo che Calvani abbia violato una serie di regole deontologiche e ostacolato la campagna vaccinale che l’Ordine ha sostenuto e sta sostenendo, mettendo inoltre in pericolo la salute pubblica consentendo a soggetti non vaccinati di accedere alle strutture per le quali era obbligatorio il Green pass. Il presidente Montalti ha già anticipato che le somme liquidate saranno devolute a scopi benefici.
Legata al danno d’immagine anche la costituzione di parte civile della presidenza del consiglio e del ministero della Salute.
Così come quella dell’Asl Toscana centro, che rivendicava però anche un danno patrimoniale, derivante dal fatto che al medico erano state pagate delle prestazioni che non ha mai effettuato, al disservizio generale che si era venuto a creare e alle dosi di vaccino che erano state distrutte invece che somministrate: a fine giornata, ormai scongelate, venivano gettate nel cestino dei rifiuti.
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