Dovevano essere ricordate le 14 vittime del’44 nell’Aretino. Iniziativa di 4 associazioni storico-culturali. La denuncia della Regione
AREZZO. A Castiglion Fibocchi l’11 luglio 1944, martedì, due giovani vengono impiccati a un albero d’olivo. C’è il divieto di rimuovere i corpi. Altri civili, rastrellati nella notte, sono fucilati davanti a una camionetta in fiamme. I tedeschi, in ritirata, sparano a una nonna e al nipote di 12 anni che gridano davanti all’orrore.
Il 9 e 10 luglio 2022, quattro associazioni avevano deciso di effettuare a Castiglion Fibocchi una «rievocazione storica», con costumi, croci uncinate e tutto il resto dell’eccido della Fontaccia, in provincia di Arezzo. Così annuncia un volantino che sfoggia stemmi e patrocinio del Comune di Castiglion Fibocchi e provincia di Arezzo.
Ma rievocare il massacro nazista, invece che commemorare i morti della strage, suscita sdegno. In poche ore l’evento diventa un caso politico. In consiglio regionale, il capogruppo del Pd, Vincenzo Ceccarelli, e la consigliera Lucia De Robertis parlano di «oltraggio alla memoria». Annunciano la presentazione di una mozione per bloccare la manifestazione che sul volantino viene presentata come “1944-Passaggio del fronte. Molto più di un ricordo». I consiglieri regionali attaccano: «La memoria degli eccidi nazifascisti, come quello della Fontaccia, è una questione seria e non può essere oggetto di assurde rievocazioni “storiche” che in realtà appaiono un pretesto per rigurgiti nostalgici, come appare dai nomi e dai simboli di chi le organizza». A organizzarle sono 4 associazioni: una di Castiglion Fibocchi, “Fronte italiano1945” che spicca sul volantino fra lo stemma del Comune e quello della Provincia; poi Ultimo fronte 1945, simbolo nero, scritto con caratteri gotici che si era già fatta notare a Cascina per la sfilata nazifascista del 25 aprile 2019; Argyllis Romagna group e, da Cortona, Panther club, associazione amatori mezzi ex militari. Tutte e tre sconosciute al Comune, a differenza dell’associazione storico culturale Fronte Italiano 1945 «che ha pure un museo privato qui da noi e organizza eventi con le scuole», dice il sindaco di Castiglion Fibocchi. Tuttavia Marco Ermini, 33 anni, mette subito in chiaro: conosce l’associazione, ma ha annullato la manifestazione. «Questo evento non è mai stato autorizzato e neppure gode del patrocinio nostro o della Provincia. Per cui è tutto abusivo: l’uso dei loghi delle amministrazioni pubbliche, l’annuncio del supporto degli enti locali. Oltretutto la commemorazione dell’eccidio cade l’11 luglio e da sempre viene organizzato dal Comune: mai ci saremmo affidati ad associazioni esterne per celebrare una simile ricorrenza».
Eppure il volantino c’è, anche se in giornata dai social è sparito. La ricostruzione del sindaco è lineare: «Domenica una delle associazioni ha pubblicato il volantino senza allegare un programma. Ieri mattina, poi, l’associazione storico-culturale Fronte italiano 1945 ha presentato in municipio la richiesta di patrocinio che non verrà concesso. La manifestazione è annullata». Ma non la commemorazione delle vittime dell’eccidio, l’11 luglio. Un conto, però, è il Comune che commemora le vittime, un conto sono personaggi in divisa nazista che ricordano rastrellamenti o rappresaglie. «Roba da nostalgie pericolose». Con precedenti in Toscana. Nel 2019, due volte in pochi mesi. Per la festa della Liberazione, l 25 aprile, a Cascina, appunto. Con l’associazione Ultimo fronte 1945: sfilata nazifascista accanto ai parigiani nel nome della rievocazione. A Lucca, per Befana, un gruppetto di ragazzi era andato in collina per un’esercitazione con divise naziste. Poi il 27 gennaio, giorno della Memoria, un 18enne lucchese e un livornese vennero identificati fra i nostalgici della “marcia” nazi-fascista a Lizzano Belvedere ( Bologna) dove il 27 settembre 1944 vennero trucidati 28 civili. In quel caso fu aperta un’inchiesta della procura sul gruppo di rievocazione storica “Project Schwarze edelweiss”. Stavolta Ceccarelli e Lucia De Robertis sollecitano gli enti locali a perseguire legalmente le associazioni che propongono la rievocazione. «Senza azione legale la memoria di quell’eccidio sarebbe vergognosamente sporcata. Non abbiamo inserito a caso all'unanimità il principio dell'antifascismo, nello Statuto della Regione. Una scelta da cui gli enti locali non possono sottrarsi». Ermini replica: «Ho già parlato con la Digos. Mi affido a loro: se ravvedono che sia stato commesso un reato, noi procederemo perché l’ente deve tutelarsi. Però, sollecito la Regione a inserire l’eccidio della Fontaccia fra le stragi nazi-fasciste nella pubblicazione “I partigiani della Memoria”».l
Ilaria Bonuccelli
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