La norma è stata emanata di recente e nei giorni scorsi ci sarebbero stati anche alcuni controlli sulle spiagge
LIVORNO. I biliardini e i flipper come le slot machine. Sì, giochi da spiaggia e da circolo nati esclusivamente per divertimento – e che sulle nostre spiagge sono anche una tradizione – vengono equiparati al gioco d’azzardo. E tra gli stabilimenti balneari della costa toscana, dove il calciobalilla è una tradizione rimasta più o meno intatta nonostante la tecnologia e gli smartphone, c’è chi ha preferito toglierlo (pur dando un dispiacere ai clienti) per non dover pagare l’imposta sugli intrattenimenti, quella che viene applicata ai giochi a pagamento con vincita.
È quanto prevede una recente norma, «una vera e propria assurdità» come replicano i gestori degli stabilimenti e di altri locali come i circoli Arci del nostro territorio.
Nei giorni scorsi ci sarebbero stati alcuni controlli sulle spiagge di Calambrone e Tirrenia, a Pisa, e un paio di stabilimenti avrebbero deciso di togliere i biliardini.
«Per non correre rischi – fanno sapere da un bagno a Calambrone – noi non l’abbiamo proprio messo, anche perché pagare una tassa in più per il calciobalilla è davvero ridicolo. Dispiace molto, era una forma di intrattenimento per famiglie e giovani. Il biliardino è storia, è divertimento».
Resta il fatto che moltissimi stabilimenti balneari non sono ancora a conoscenza della nuova normativa, pertanto rischiano una sanzione.
«Equiparare il biliardino alla slot non ha alcun senso e rispecchia l’andamento del nostro governo», alza la voce Riccardo Ganni, volto dei Bagni Lido di Livorno.
E proprio a Livorno sono sempre di più gli stabilimenti balneari senza biliardini e con spazi dedicati invece al ping pong, vedi per esempio gli storici Pancaldi Acquaviva e le Onde del Tirreno (ex Pejani) .
Insomma, per avere i biliardini e i flipper serve il pagamento di un’imposta (l’8% dell’imponibile medio forfettario oltre al limite Iva) e la conseguente autorizzazione da parte dell’Agenzia delle dogane e dei Monopoli. E lo stesso discorso vale per i circoli.
«Ma non è giusto – le parole di Roberto De Majo, presidente del circolo Arci Di Sorco a Livorno – noi abbiamo due biliardini, tra l’altro gratuiti, e non intendiamo infrangere la legge, quindi pagheremo regolarmente. Ma ripeto che non è giusto, non è possibile mettere il calciobalilla e la slot machine sullo stesso piano. Secondo me, ma in realtà secondo tutto il mondo Arci, siamo davanti a qualcosa di totalmente sbagliato. Il nostro è un circolo frequentato anche da giovanissimi e il biliardino ha ancora il suo appeal, è una tradizione che resiste».
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