L’impianto di Serravalle era chiuso dal 7 marzo a causa dell’impennata dei costi dell’energia
Riapre oggi la piscina comunale di Empoli dopo tre mesi di chiusura (dal 7 marzo), decisa dal Comune per l’impennata del costo dell’energia.
Una riapertura avvolta più che mai nell’incertezza e che avviene piuttosto in sordina: nessuna comunicazione ufficiale né da via del Papa né da Aquatempra (che lunedì riunirà il cda: c’è in ballo il futuro del presidente Alessandro Manetti), la società partecipata dagli enti locali che almeno fino al 31 dicembre ha in mano la gestione di quattro impianti sul territorio (oltre a Empoli, l’intercomunale di Fucecchio-Santa Croce, San Gimignano - anche questa riapre domani con un ritardo di alcuni giorni - e la Fiammetta di Certaldo).
La struttura di viale delle Olimpiadi torna a spalancare le sue porte (ma solo per le vasche esterne) con un listino prezzi assai lievitato, come era nelle intenzioni già espresse durante le Commissioni e i consigli comunali che hanno affrontato il tema.
La tariffa giornaliera passa da 7 euro a 8,50 nei giorni feriali e 10 euro nei festivi (con riduzioni per i residenti, ma con il biglietto che resta più caro di prima). Aumentano gli abbonamenti: da 48 a 62 euro per 8 ingressi nei feriali (75 euro per feriali e festivi) e da 86 a 140 euro (un rincaro di oltre il 60%) per 16 ingressi. Un listino valido per i non residenti. Gli empolesi avranno tariffe più contenute ma sempre in aumento di almeno dieci euro rispetto a prima. Costi maggiori anche per il noleggio di cuffie, occhialini, lettino e ombrellone.
Quanto ai corsi che è possibile frequentare in vasca, spariscono quelli dedicati ai bambini piccoli (da 0 a 3 anni). Gli altri vengono di nuovo riproposti, comprese le lezioni di acquafitness e per donne incinta.
Si tratta insomma di un rincaro non di poco conto per cercare di salvare il salvabile, cercando di passare indenni il periodo estivo e traghettare l’impianto fino al termine dell’anno, quando con tutta probabilità avverrà la rivoluzione della gestione, ovvero il suo passaggio in mani private.
È per scongiurare questa evenienza che i 15 lavoratori di Empoli (sono in totale 40 i dipendenti di Aquatempra) e la Cgil restano in stato di agitazione. Da una parte per dire no alla privatizzazione, nonostante un atto che apre a questa possibilità votato in consiglio comunale dalla maggioranza Pd insieme ai gruppi di centrodestra: nelle prossime settimane sarà organizzata una iniziativa pubblica alla quale saranno invitati anche i sindaci del circondario.
La protesta ha anche un’altra causa: vale a dire il mancato anticipo dei tre mesi di cassa integrazione che spettano ai lavoratori con la piscina rimasta chiusa. Il Comune si era speso in tal senso, ma l’intenzione non si è fatta un atto concreto. Pagherà l’Inps in maniera canonica, con i suoi tempi.
