GROSSETO. Mille e 500 euro di bonus nella busta paga del dipendente che suggerisce all’azienda un curriculum che supera il periodo di prova, 2mila se quel curriculum è di una donna. L’accordo è pronto per il tavolo sindacale di luglio, a lanciarlo è l’azienda grossetana “Terranova – innovation for utilities” che ha sedi anche a Firenze, Mestre, Milano, Trento e Verona.
«La centralità della persona è nel dna dell’azienda che, cresciuta tanto e in poco tempo, vuole mantenere il rapporto con le persone e migliorare la qualità della loro vita: i dipendenti hanno a disposizione decine di ore in formazione dedicata ad alimentazione, coaching, gestione stress, mindfullness e posturologia; oltre a quella incentrata sulle competenze tecniche», premette Lara Cortese, manager per le risorse umane, e poi spiega: «In passato era capitato che dei dipendenti suggerissero i curriculum di amici e conoscenti che poi venivano assunti, e ci sembrava corretto riconoscere loro il valore aggiunto all’azienda».
Di cui quello che nel gergo business si chiama bonus referenziato. Terranova ha varato il primo accordo nel 2020, e adesso si prepara ad aggiornarlo per incrementare la presenza femminile all’interno del gruppo.
«Non vogliamo fare discriminazione al contrario, assumiamo sulla base del valore del curriculum (ma ci fa piacere se è di una donna) , precisa Cortese, che poi racconta: «Ci siamo accorti che circa un terzo delle persone che lavorano con noi (360 in Italia di cui 98 nel capoluogo maremmano, dove si trova la nostra unità produttiva più grande in assoluto) è femminile, mentre il settore informatico è prettamente maschile».
Affermazioni che, sull’onda lunga del caso Elisabetta Franchi, assumono un carattere dirompente che raddoppia di portata non appena si tocca il tema dell’età.
«Proprio a Grosseto abbiamo avviato un rapporto con il polo tecnologico “Manetti-Porciatti”, grazie al quale in cinque anni abbiamo preso a lavorare 20 neodiplomati, assunti con un contratto di apprendistato e un tasso di conversione a indeterminato del 98 per cento; una partnership che ci prepariamo a replicare a Firenze», sottolinea, e poi aggiunge: «L’età media in azienda è di 37-38 anni, con oltre il 70 per cento dei dipendenti che ha meno di 39 anni».
Un contrappasso quasi dantesco rispetto alla realtà descritta dall’imprenditrice bolognese. «Da novembre abbiamo lanciato un progetto di smart working che offre la possibilità di fare tre giorni a casa (con una finestra di cinque ore di presenza e tre da gestire) e due in ufficio. Le donne incinte, dal quarto mese di gravidanza possono fare anche cinque giorni su cinque a casa fino a fine maternità, ma anche chi ha figli piccoli ha diritto a maggiore flessibilità», racconta ancora Cortese.
Terranova sviluppa prodotti software per le aziende di distribuzione e vendita dei servizi di pubblica utilità, gas ed energia elettrica, per il servizio idrico integrato e per lo smart metering (l’insieme dei sistemi che consentono la telelettura e telegestione dei contatori di energia elettrica, gas e acqua).
Il modello aziendale ha portato il gruppo, dall’anno di nascita 2001, a raggiungere un portafoglio clienti di 200 aziende e collaborazioni eccellenti con Enel, gruppo Iren, Edison e tante altre realtà leader del mercato italiano.
Nel processo di crescita e consolidamento guidato dai tre soci fondatori Alessandro Vistoli (amministratore delegato, quarto da destra nella foto), Roberto Milani (direttore tecnico) e Massimo Vanucci (direttore dell’ufficio che sviluppa e porta in produzione i configuratori), Terranova (il restante 50 per cento è del gruppo Pietro Fiorentini) è diventata partner della Società Arcoda, di cui detiene il 60 per cento. Una sinergia che ha l’obiettivo di garantire ai player nazionali e internazionali soluzioni per lo sviluppo di processi di digitalizzazione in primo luogo nell’area operations, che comprende anche logistica, progettazione e ricerca e sviluppo.
E proprio oggi Terranova è protagonista dell’evento Green Transition di Bergamo, appuntamento di riferimento per il settore, organizzato dal gruppo stesso in collaborazione con i propri partner si rivolge alla filiera ambientale. Saranno presenti anche Mite (il ministero della Transizione ecologica) e Assoambiente.
L’iter per entrare nel gruppo è articolato e serrato, ma nel solo 2021 – in 350 colloqui – ha portato all’ingresso di 40 dipendenti nelle varie sedi italiane. «Neodiplomati a parte, chi ha esperienza e supera la selezione viene assunto a tempo indeterminato conforme al Ccnl (il contratto collettivo nazionale di lavoro) metalmeccanico», sottolinea nuovamente Cortese, che svela poi anche l’alternativa (ma non certo scorciatoia): «Nel settore si pratica il body rental, cioè l’impiego di risorse umane di altre realtà aziendali per determinati progetti. Persone che più volte Terranova si è adoperata (con la loro volontà) per internalizzare e stabilizzare».
E continua ad assumere. «Il settore è caratterizzato da una domanda molto più alta dell’offerta», ricorda infine Cortese, che conclude: «Al momento abbiamo fra le 60 e le 70 posizioni aperte in tutta Italia, di cui 15 nella sola Grosseto».