PESCIA. Dopo giorni di burrasca, la nuova settimana pare portare una schiarita nella vicenda del punto nascite di Pescia. Almeno stando alle rassicurazioni da parte dell’Asl Toscana centro. Che se, da un lato, conferma lo stop a partire dal primo giugno, dall’altro garantisce che si tratta di una chiusura temporanea: una sua ripartenza a pieno ritmo è prevista sin dal gennaio del 2023, con l’assunzione di un numero di ginecologi e di pediatri che assicureranno un pieno e razionale funzionamento della struttura sanitaria che, oltre alla Valdinievole, funge da riferimento anche a tutta l’area montana della Svizzera pesciatina.
«Non esiste – afferma l’Asl in una nota – alcuna volontà né da parte dell’azienda, né tantomeno dell’assessorato alla Salute della Regione Toscana, di privare definitivamente l’ospedale di Pescia di questa struttura, che invece andrà incontro a una profonda riqualificazione».
Ma se il futuro viene annunciato come roseo, con addirittura la creazione proprio a Pescia di un centro per la procreazione assistita, è il presente a lasciare interdetti gli amministratori locali e, più in generale, i residenti della Valdinievole.
Con 459 nascite nel 2021, il punto nascite pesciatino è scivolato sotto la soglia minima di 500 parti, prevista dai protocolli regionali per la permanenza in vita di reparti di questo genere. La mannaia sull’attività del centro non si è fatta attendere, e venerdì scorso è arrivata la comunicazione ufficiale da parte dell’azienda sanitaria. A distanza tuttavia di 48 ore, la stessa Asl, di fronte alla protesta generale, è intervenuta nuovamente per chiarire quelli che sono i reali obiettivi del provvedimento, che andrebbero in direzione del tutto opposta a quella di una pura e semplice chiusura.
«L’interruzione dei parti a partire dal primo giugno all’ospedale Cosma e Damiano – precisa l’azienda – dipende dal fatto che il passaggio a meno di 500 nascite in un anno comporta, automaticamente, la necessità di soddisfare i requisiti richiesti dal ministero della Salute per poter procedere a una nuova attività dello stesso punto nascite».
In pratica, viene sottolineato che la decisione di sospendere le nascite nella struttura pesciatina non poteva essere sottoposta a discrezionalità da parte dell’Asl Toscana centro ma è un atto dovuto. Una volta chiuso il reparto, toccherà all’azienda sanitaria e alla Regione attivarsi affinché la Valdinievole non perda quello che per moltissimi anni è stato considerato un fiore all’occhiello.
«Uno dei primi provvedimenti che saranno posti essere per far ripartire al più presto l’attività del punto nascite, sarà quella di prevedere una dotazione organica di ginecologi e pediatri che permettano il mantenimento dei turni su 24 ore. In pratica, per far ripartire la struttura, occorrerà colmare al più presto tutte quelle carenze di organico che negli ultimi anni hanno afflitto non solo il reparto di ostetricia e ginecologia, ma anche quello di pediatria. Per tale motivo, l’assessore alla Salute Bezzini ha dato disposizione di avviare immediatamente i concorsi necessari affinché entro 180 giorni questa criticità sia eliminata. La riqualificazione radicale del reparto, avvenuta nel corso del 2018, ha assicurato la presenza oggi di quei requisiti strutturali che consentiranno a suo tempo la riapertura».
Malgrado il calo delle nascite avvenuto negli ultimi anni, dovuto peraltro a un andamento generale che coinvolge l’intero Paese, il punto nascite di Pescia aveva registrato, sì, delle diminuzioni, ma inferiori a quelle della media regionale.
Nel 2019, a fronte di un dato regionale di meno 5, 4%, Pescia si era attestata al meno 5. E se nel 2021, in Toscana, il calo è stato del 4,7%, Pescia ha tenuto botta fermandosi al meno 3%.
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