All’università di Firenze gli esami tornano in presenza. Lo prevede la nuova direttiva entrata in vigore dall’1 maggio che segna anche un ritorno alla normalità dopo due anni di pandemia. Le uniche due deroghe saranno concesse dall’ateneo solo in caso di gravi motivi di salute oppure se lo studente è inserito in un programma di mobilità internazionale, quindi in Erasmus. Cade dunque la possibilità per i fuori sede di sostenere gli esami da remoto, prevista fino allo scorso inverno.
La nuova direttiva ha però incontrato l’opposizione delle rappresentanze studentesche che, oggi 9 maggio, si sono riunite in un presidio davanti al rettorato, in piazza San Marco. “La nostra preoccupazione, che vediamo nei tanti messaggi che ci sono stati inoltrati da decine e decine colleghi universitari, è che la tempestività del provvedimento non lasci tempo ai fuorisede di organizzarsi con un alloggio per poter tornare in presenza”, spiega Mirko Brogi, coordinatore di Csx Firenze, una delle associazioni che ha partecipato al presidio. “Tutto ciò crea problemi non solo economici ma anche organizzativi”, aggiunge.
La contestazione degli studenti riguarda soprattutto la tempistica: “Fin dall’inizio dell’anno abbiamo chiesto alla rettrice continuità nello svolgimento della didattica, ecco perché ci siamo trovati spaesati rispetto a un cambio di rotta ad anno accademico avviato - chiosa Jacopo Terralavoro, senatore accademico per UDU - Ci aspettavamo coerenza nell'erogazione del servizio universitario che doveva rimanere in modalità mista, da remoto e in presenza, fino alla fine”. E c’è anche un altro aspetto che non è andato giù alle rappresentanze studentesche: “Le linee guida sono state discusse in nostra assenza e poi presentate in Senato Accademico nonostante i nostri interventi contrari", conclude Mariasole Monaldi senatrice accademica di SDS, Studenti di Sinistra.
