campi bisenzio. «Un ex lavoratore di Gkn mi ha scritto, facendomi sapere che vorrebbe tornare a lavorare per noi. “Ho ancora le chiavi dell’armadietto”, mi ha detto. Io gli ho consigliato di conservarle». È con questo aneddoto che Francesco Borgomeo, amministratore della nuova “Qf” sottolinea come non solo l’azienda di automotive riprenderà la produzione ma assumerà altre persone oltre le 340 che ancora ci sono. «I primi a tornare in azienda, se lo vorranno, saranno coloro che per esigenze economiche, non potendosi permettere di stare in cassa integrazione, hanno dovuto cercare altri impieghi», dice l’imprenditore che continua a non rivelare i nomi delle società che lo accompagneranno in quella che è una sfida, «unica al momento di Italia», di riconversione da automotive a motori elettrici. E non si tratterà solo di motori per la nuove quattro ruote ma del “cuore elettrico” delle macchine: robot iperdigitali che popoleranno le nostre vite e quelle delle industrie. Martedì 19 illustrerà il nuovo progetto, per la prima volta, a tutti i dipendenti per poi riparlarne il 20 nel prossimo incontro al Ministero.
Dottor Borgomeo, cominciamo dalla lettera che ha inviato ai dipendenti ex Gkn: si è complimentato con loro, ha detto che sono le “persone giuste” per il suo progetto. Insolito per un imprenditore: i lavoratori Gkn si sono distinti proprio per le lotte sindacali e per la difesa dei diritti dei lavoratori. Sembra una strategia di comunicazione...
«No assolutamente. I lavoratori sono stati scottati da una situazione terribile e quindi la diffidenza, il timore, la preoccupazione sono comprensibili. Sono vittime di una brutta storia e per questo la prima F del nome dell’azienda significa proprio “fiducia”. Loro dovranno recuperarla: io credo fortemente nella loro energia».
La fiducia passa anche per la trasparenza, ancora non sono stati resi pubblici i nomi dei partner che la affiancheranno.
«Abbiamo firmato lettere riservatezza, ci sarà un percorso collettivo che porterà a presentare tutti i partner di questo progetto solidissimo e che è già partito. Non posso dire nulla ma ripeto si tratta di aziende di primissimo livello».
Il piano industriale cosa prevede e quali sono i tempi?
«L’automotive vivrà un momento di grande difficoltà, la transizione non sarà una passeggiata. Gkn si è trovata avvantaggiata perché prima di altri farà la transizione. Si realizzeranno convertitori elettrici, motori elettrici e tutto ciò che movimenta i macchinari per le industrie. Faremo impianti industriali iperdigitali, sistemi Iot con forti elementi di cybersecurity».
Motori che attivano i robot?
«Sì, tutti sistemi guidati attraverso internet, con programmazione a distanza, molta tecnologia, nello stabilimento ci sarà dalla meccanica alla meccatronica all’ informatica. Si andranno a realizzare dei sistemi tagliati sulle richieste dei clienti. Faremo tanta formazione, presto il laboratorio di ricercache già esiste si andrà a posizionare dentro lo stabilimento. La produzione partirà nell’ultimo quadrimestre del 2023».
E nel frattempo?
«Smonteremo i macchinari, li rimonteremo, faremo tutta la formazione. Abbiamo stimato che l’investimento sarà di 82 milioni. Assumeremoaltri dipendenti, fino a 400. Inizialmente ci rivolgiamo al bacino ex Gkn, tutti quelli che ci hanno lavorato e poi giovani ingegneri elettrici, informatici. Tutto in collaborazione con le università e le scuole toscane».
