Dal banco al mercatino americano alla gestione (insieme a Gino Belli) del negozio Foto Universal: ecco chi era Andrei
Gli occhiali di marca brillano sui fili stesi tra platano e platano. E i jeans a stelle e strisce fanno bella mostra sui banchi coperti da tetti di lamiera. Sono gli anni successivi al dopoguerra e il mercatino americano di piazza XX accompagna l’inizio del nuovo mondo. Con la speranza di una rinascita che porta con sé aspettative e gioia di vivere. Ivo Andrei a quell’epoca sui banchetti di piazza XX vendeva smacchiatori, dentifrici e abiti. Li prendeva dagli americani e li portava a Livorno, nel cuore pulsante della città. Poi, negli anni Sessanta, ha aperto con Gino Belli Foto Universal e ha fatto la storia. Andava in Giappone e tornava con macchine fotografiche e televisori. Roba mai vista. È per tutto questo che con Ivo Andrei, morto a 95 anni, se ne va un pezzo di storia livornese. Se ne va un passato che non sarà mai dimenticato. «Babbo era un punto di riferimento per tutti – racconta il figlio Luca, con la voce increspata dalla commozione – e a noi figli non ha fatto mancare mai niente». Andrei lascia anche la figlia Ketti e la moglie Nicla. E lascia la città tutta, di cui ha incarnato l’identità di un’epoca.
ANIMA DEL MERCATINO
Ha iniziato da giovane, Ivo, la sua vita da commerciante di piazza XX. Prima lavorava come autista, naturalmente per gli americani. Poi ha virato sul commercio. Come ha raccontato a Ursula Galli, autrice del libro “Mercatino americano e dintorni: una storia del dopoguerra”, «all’inizio vendevo smacchiatori Cerbo, dentifrici Plexo, brillantina Vaseline. Finite le merci degli americani le prendevamo da un importatore di Milano. Poi è arrivata la crema Hollywood al cocomero, le calze di nylon, le sottovesti di fibra sintetica, i golfini di orlon (…). Cominciai ad andare direttamente nel nord Italia alle ditte e mi misi a fare l’ingrosso per i miei colleghi di piazza XX».
Poi ebbe un’intuizione. E fu vincente. Perché con Gino Belli ha aperto il negozio Foto Universal, sempre in piazza XX. «Ivo e Gino sono state due figure leggendarie per questo luogo – racconta Roberto Pannocchia, figlio di Mamma Franca, storica titolare della pellicceria di piazza XX– furono i primi a importare dal Giappone prodotti all’avanguardia, che contribuirono a portare al successo la piazza».
Perché da lì, per esempio, sono passati i grandi nomi: del cinema e non solo. A Ursula Galli Andrei ha parlato di Marcello Mastroianni e dell’allora presidente Giovanni Gronchi come di clienti assidui. «Io non potrò mai scordare Sandra Mondaini e Raimondo Vianello in piazza con la loro Jaguar di colore bordeaux. Ma anche Claudio Villa in moto e Franco Zeffirelli che andava a comprare da mio padre – racconta – . Di ricordi legati a quel periodo ce ne sono veramente tanti».
IL NEGOZIO
Andrei e Belli vendevano articoli elettronici. «In famiglia abbiamo comprato i primi televisori e le prime macchine fotografiche a Foto Universal – spiega Pannocchia–. Ivo Andrei era una persona lungimirante, all’avanguardia. Uno che ha saputo vedere oltre». Anche dall’altra parte del mondo. Perché importava oggetti perfino dal Giappone. E in questo modo piazza XX era diventata una punto di riferimento. «Andrei, per Livorno, è stata una colonna portante. Ed era una gran brava persona».
LE TANTE PASSIONI
«Pensi che venivano da tutta la Toscana e oltre per comprare nel negozio di mio padre – racconta Luca Andrei, che ha lavorato per trent’anni a Foto Universal col padre –. E babbo era molto entusiasta di ciò che aveva fatto».
Commerciante e imprenditore di successo, Ivo Andrei è stato anche uno storico dirigente del Livorno calcio. «Aveva una passione per il pallone – racconta il figlio –, che l’ha portato fin alla società. Erano gli anni Sessanta e ha contribuito a far passare la squadra dalla serie C alla B. Era l’epoca di campioni come Mauro Lessi e Giuseppe Virgili. E mio padre amava la squadra e il suo ruolo da dirigente». Poi c’era la passione per l’arte e quella per il mare, in particolar modo per il bagno invernale.
«Faceva il bagno insieme al gruppo dei Bagni Roma e da casa sua sono passate persone del calibro di Mario Madiai e Ferruccio Mataresi. Babbo era anche amico di don Alfredo Nesi, mi ricordo che l’ha accompagnato in Brasile dove poi ha fondato un villaggio scolastico». Un’altra sua grande passione erano i viaggi, principalmente quelli in moto. «Per due volte ha raggiunto Capo Nord, in Norvegia. E lo ha fatto negli anni Settanta, quando era veramente un’avventura». Ieri dalla chiesa dell’obitorio di viale Alfieri è partito il corteo funebre in onore di una persona che è parte integrante della storia di Livorno. E in tanti si sono stretti intorno alla famiglia, dando un ultimo saluto a un uomo che, col tempo – come dice il figlio Luca – era diventato «un punto di riferimento per tutti».