MONTECATINI. Scenari preoccupanti sono emersi alla conferenza stampa di Confesercenti dedicata al futuro prossimo del turismo in città. «Su un totale di 15 hotel a 4 stelle – ha affermato Fabio Cenni, presidente di Assohotel – 3 non riapriranno sicuramente per affrontare la prossima stagione. Si tratta senz’altro di un dato preoccupante – prosegue – ma che è in linea con quella che è la situazione del comparto nella nostra città».
Privata dagli eventi internazionali e dalla congiuntura economica del suo ricco bacino di turisti provenienti dai paesi del blocco ex sovietico, la città è chiamata a reinventarsi un futuro che, a parere di molti, avrà sempre meno a che fare con le terme. «Dobbiamo avere il coraggio di dire una volta per tutte – dice infervorato Giovanni Biondi, vice presidente di Assohotel – che le terme avranno un’importanza del tutto marginale nell’economia di Montecatini. Chi vorrà venirci a visitare, lo farà o per sfruttare la nostra posizione strategica in mezzo alla Toscana, oppure perché sapremo offrire una serie di eventi interessanti».
La mancanza (chissà per quanto tempo...) della clientela proveniente dall’ Est pare aver messo una pietra tombale su ogni aspettativa di rinascita del turismo termale. «I russi e gli ucraini – ha infatti puntualizzato Stefano Giachetti, vicedirettore provinciale di Confesercenti Pistoia – rappresentavano ormai l’ultimo spicchio di clientela che veniva in città per godere delle sue terme. Anche per questo, occorre che Montecatini cambi totalmente rotta».
La prospettiva futura a medio termine dovrà fare a meno di quasi tutto il movimento turistico internazionale, visto che gli effetti della guerra e gli strascichi della pandemia stanno facendo arrivare i visitatori stranieri con il contagocce. «Gli statunitensi ancora si muovono – ha puntualizzato Alessandro Tortelli, del Centro studi turistici di Firenze – ma il rischio che il loro governo li inviti a non varcare i confini nazionali sono alti. A Montecatini, i turisti americani hanno da sempre rappresentato un afflusso importante, che adesso però rischia di interrompersi».
«Per quanto riguarda il turismo cinese – ha concluso Alessandro Tortelli – la sua presenza in città è totalmente azzerata dal primo manifestarsi della pandemia».
I 2 milioni di presenze fatti registrare nel 2019 dalle strutture alberghiere della Valdinievole sono oggi un traguardo irraggiungibile. «Per superare questo momento – ha fatto notare Stefano Giachetti – è necessario che la città punti su un altro tipo di turismo, quello finalizzato agli eventi sportivi, culturali ed enogastronomici. Al turismo dei gruppi può subentrare un turismo fatto di famiglie e piccole comitive di amici. Questo spicchio di mercato necessita di una cura e di un’attenzione maggiore, che solo un lavoro sinergico fra istituzioni e aziende turistiche può dare».
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