Il neonato comitato propone anche di fermare la vendita e di rilanciare l’uso pubblico, sanitario e culturale del complesso
PISTOIA. Un altro futuro è possibile per il complesso delle Ville Sbertoli. L’ex ospedale psichiatrico di proprietà dell’ Asl, in completo abbandono da decenni, potrebbe tornare ad ospitare servizi soci-sanitari e nuove funzioni culturali. E, per intanto, potrebbe essere riaperto al pubblico il grande parco, per promuovervi attività culturali, di animazione e di conservazione.
La proposta arriva da nove associazioni cittadine, che si sono unite nel comitato promotore “Per le Ville Sbertoli” ed hanno scritto al presidente della Regione Eugenio Giani, all’assessore alla sanità Simone Bezzini e al presidente del consiglio regionale Antonio Mazzeo.
L’iniziativa torna ad accendere le luci sulla sorte del grande complesso edilizio di Collegigliato, 25 edifici immersi in un grande parco sulle pendici di Collegigliato, rimasti fino al 1978 ospedale psichiatrico e, da allora, progressivamente abbandonati. Fino ad essere messi in vendita già da alcuni anni, senza peraltro trovare compratori.
La mobilitazione è nata dopo la notizia di un imminente accordo Asl-Reggimento Nembo, per garantire una maggiore vigilanza all’interno del parco (chiuso, ma facilmente penetrabile), utilizzandolo come area per di addestramento per i paracadutisti di stanza a Pistoia.
Le associazioni, preoccupate per una possibile “militarizzazione” della zona, hanno incontrato il prefetto Gerlando Iorio, che ha chiarito loro le reali dimensioni dell’accordo, invitando le associazioni stesse a presentare una loro proposta di riapertura del parco.
Ed ecco allora la missiva alla Regione, firmata in calce dalle nove associazioni (per la cronaca: Acqua Bene Comune, Alleanza Beni Comuni, Associazione diabetici pistoiesi, associazione Palomar, associazione Storia e Città, Legambiente Pistoia, comitato Obiettivo Periferia, associazione Oltre l’orizzonte per il benessere psichico, Wwf Pistoia-Prato).
Le associazioni propongono «di riaprire fin da subito il parco, e di renderlo fruibile attraverso il presidio sociale e civile delle associazioni cittadine (perché questa è la nostra idea di sicurezza del territorio), che insieme promuoveranno attività culturali, di animazione e di conservazione». I firmatari fanno sapere di aver già elaborato un piano di lavoro che sarà presentato alla città nel corso di una assemblea pubblica.
Questo per l’immediato futuro. Ma la lettera chiede anche alla Regione (che attraverso l’Asl è proprietaria delle Ville) di riconsiderare la decisione di vendere il complesso e di prevedere anzi una sua ripubblicizzazione, introducendo funzioni socio-sanitarie ma anche culturali. Obiettivo, salvaguardare il patrimonio artistico, architettonico, storico e archivistico rappresentato dalle Ville «attivando – si legge – il percorso di co-programmazione collegato ai processi di riconversione dei vecchi ospedali psichiatrici».
© RIPRODUZIONE RISERVATA