PISA. Non solo ordigni e munizioni. Da Camp Darby sono partite anche attrezzature e kit per allestire campi da battaglia temporanei. Da Pisa, dopo un viaggio di migliaia di chilometri, sono approdati nelle basi e nei depositi militari ai confini dei Paesi Nato già quando trincee, colonie corazzate e bombardamenti nel cuore del Vecchio Continente non avevano monopolizzato l'attenzione delle diplomazie internazionali e dell'opinione pubblica. L'attacco russo in Ucraina rimette in primo piano nello scacchiere militare continentale e internazionale la base statunitense di Camp Darby. Sito Aps (Army prepositioned stock), incluso nel programma del dipartimento dell'esercito degli Stati Uniti per lo stoccaggio degli equipaggiamenti militari, la base ha fornito ordigni e munizioni per alimentare quella che per il momento è una linea difensiva che cinge l'Ucraina e i Paesi “satelliti” della Russia. Dall'enclave a stelle e strisce che sorge tra Pisa e Livorno è partito un imprecisato quantitativo di materiale bellico destinato alle truppe Usa schierate nelle ultime settimane nei dintorni dell'Ucraina e quelle che negli ultimi giorni hanno raggiunto i territori “amici” per prepararsi ad ogni evenienza, soprattutto in caso di un'ulteriore escalation militare e di un allargamento del fronte di combattimento. Ordigni e munizioni, prelevati da una parte dei 120 bunker refrigerati che sorgono sui quasi 8.500 metri quadrati della cosiddetta Ammunition Storage Area (Asa) della base, il più grande deposito di munizioni degli Stati Uniti al di fuori dei confini nazionali (la cui gestione è affidata agli uomini del 731st Munitions squadron), ma non solo.
Da Camp Darby sono partiti anche i cosiddetti “force provider”, i sistemi di supporto per le truppe di terra che l'esercito statunitense ha iniziato a sviluppare dopo la prima Guerra del Golfo (entrati in funzione alla metà degli anni Novanta). Kit containerizzati per fornire tutto il necessario ai soldati in prima linea, dalle strutture di riposo a quelle di soccorso. Un complesso sistema di tende, che permette di allestire alloggi, mense, lavanderie, servizi igienici, strutture ricreative e di primo soccorso, per ospitare un intero battaglione (fino a 550 soldati e alcune decine di uomini per la gestione). Veri e propri campi militari, facilmente trasportabili (via terra, mare o aerea) e allestibili nel giro di pochi giorni. Top secret restano i quantitativi, le modalità e i tempi delle spedizioni. Ignota anche la destinazione dei materiali partiti da Camp Darby, probabilmente distribuiti tra i vari siti e Paesi che attualmente ospitano personale militare Usa e Nato. Tra questi la Polonia, dove nei giorni scorsi sarebbero arrivati 4.700 soldati a stelle e strisce dalla base di Fort Bragg in North Carolina, raggiunti da almeno altri 300 militari provenienti dalle basi Usa in Germania, oltre ai riposizionamenti avvenuti in Romania, Bulgaria, Lituania, Lettonia ed Estonia.
La conferma dei “prelievi” da Camp Darby arriva dallo United States Army Europe, il comando europeo delle forze armate Usa, ospitato nella base di Lucius Clay Kaserne di Wiesbaden, in Germania. «A causa della sicurezza operativa, non possiamo fornire il numero esatto di attrezzature che sono state prelevate e ciò che resta nei nostri siti Aps, incluso Camp Darby – sottolinea il comando, interpellato da Il Tirreno –. Quello che possiamo dire è che le scorte e le infrastrutture preposizionate ci consentono di aggregare rapidamente le nostre forze di terra e rotazionarle per soddisfare i requisiti del comando».
Parte dei materiali e delle attrezzature spedite dall'installazione militare che sorge tra Pisa e Livorno sono probabilmente andate a supporto degli 800 parà appartenenti alla 173rd Airborne brigade combat team, l’unità di assalto dell’United States Army protagonista negli ultimi anni in tutti gli scenari militari più delicati, partiti nei giorni scorsi dalla caserma Ederle di Vicenza, di cui Camp Darby è satellite, e dislocati in Lettonia per rafforzare le capacità difensive dell’alleanza Nato.
Un ruolo strategico di primo piano, quello di Camp Darby, che nonostante il graduale ridimensionamento disposto negli ultimi anni dal dipartimento della Difesa statunitense nell'ambito di una sorta di spending review militare, rappresenta ancora uno dei siti Aps (cinque quelli presenti nel Vecchio Continente) più importanti nello scacchiere europeo.
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