Cgil alla Regione: «Niente favori ai responsabili, ma attenzione alle conseguenze economiche per Consorzio e associati»
SANTA CROCE. «La Regione è davvero pronta a perdere il secondo motore economico della Toscana? Far pagare ad Aquarno bonifiche e danni dell’inchiesta Keu significa uccidere il sistema che ci ha reso grandi». È questo il messaggio forte alla politica che ha voluto mandare il segretario provinciale Filctem Cgil Loris Mainardi, parlando degli sviluppi dell’indagine Keu sul distretto produttivo di Santa Croce. In attesa degli sviluppi dell’inchiesta, il sindacato si spinge oltre e guarda a ciò che le tante bonifiche promesse o avviate costeranno alla collettività, senza contare le richieste danni. «Il danno ambientale ed economico causato da coloro che saranno riconosciuti come responsabili è incalcolabile. Non siamo qui a chiedere favori per nessuno: chi ha sbagliato deve pagare – premette Mainardi – . Ma di fronte ai messaggi che sono trapelati in questi giorni sui lavori della commissione regionale d’inchiesta, circa chi dovrà pagare i danni economici e le bonifiche, ovvero i soggetti coinvolti compreso il consorzio Aquarno, come sindacato dobbiamo dirci chiaramente che ciò rappresenterebbe la fine di un sistema economico unico come il nostro».
Il riferimento è al decreto numero 814 del 21 gennaio, atto conclusivo delle indagini istruttorie per individuare il soggetto responsabile della potenziale contaminazione della strada regionale 429, ma non solo. Una volta finita l’indagine, infatti, procedimento penale e civile andrebbero di pari passo e qualcuno dovrà pagare bonifiche e risarcire. E fra questi soggetti, con le ditte dell’imprenditore Francesco Lerose e l’Assoconciatori, rischia di esserci anche il Consorzio. «Aquarno, che ad oggi peraltro ha ancora i conti bloccati, potrebbe non far fronte alle cifre spaventose che stanno circolando in questi mesi sulla quantificazione del danno – continua Mainardi – . Ciò potrebbe portare o ad un tentativo di distribuire la spesa sui consorziati, con un colpo durissimo a chi per anni ha delegato, fidandosi, un servizio di smaltimento. Ma potrebbe portare direttamente il consorzio sul lastrico». Scenario che molti definirebbero fantapolitico, ma che il sindacato non esclude. Si parla, in alcune stime a braccio, di svariate decine di milioni di euro. Situazione pericolosa che potrebbe far emergere grandi gruppi economici privati del settore (magari già presenti sul territorio) come protagonisti. In un momento in cui i costi sono già lievitati: il Keu, al momento, finisce prevalentemente in discarica. «Il sistema consortile sarebbe snaturato – è l’allarme di Mainardi – e potrebbe diventare la scena di un monopolio privato a cui saremmo tutti costretti a legarci».
Sulla vicenda processuale, intanto, Mainardi torna anche a parlare del ruolo del sindacato: «Come Cgil abbiamo dato mandato ai nostri legali di valutare le condizioni per costituirci parte civile”. Con una consapevolezza che è un monito per gli amministratori locali: «Ormai lo sappiamo da troppo tempo. Studi e indici sulla criminalità organizzata in tanti anni ce lo stavano raccontando – dice – . La mafia non arriva sparando in territori ricchi come il nostro. Arriva fornendo servizi: occupandosi di smaltimento rifiuti e infiltrandosi nelle aziende attraverso fatturazioni falsate. Troppe cose ci parlano di un’infiltrazione già in atto e quindi la politica deve comportarsi come se la mafia fosse già fra noi». «Detto questo – continua – solo le mele marce vanno gettate dal cesto, il resto no. Ed il troppo silenzio col quale il mondo politico da oltre un anno sta affrontando tutta la vicenda è preoccupante».
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