«Abbiamo accantonato alcune forme di tensione - ha spiegato il presidente federale, Gabriele Gravina, - ci sono stati degli incidenti di percorso, ma ora c'è un tentativo di coesione»
Il consiglio della Federcalcio – mercoledì 16 febbraio - ha nominato un commissario ad acta per la Serie A, concedendo però alla stessa Lega altri 9 giorni per procedere in autonomia all'adeguamento dello statuto. Una fiducia “a tempo” quella concessa dal presidente federale Gabriele Gravina, il quale ha proposto per il ruolo Gennaro Terracciano, prorettore dell’Università degli Studi del “Foro Italico”, nome che ha trovato un’ampia condivisione, e i voti contrari dei consiglieri Lotito e Marotta. Se l’assemblea di Lega non troverà la quadra entro venerdì 25 febbraio, Terracciano entrerà in carica da sabato 26 e avrà tempo fino al 15 marzo per portare a termine i vari adempimenti, su tutti la modifica delle maggioranze assembleari da portare al 50% +1 (abbandonando i 2/3 attuali).
«Abbiamo accantonato alcune forme di tensione - ha spiegato Gravina in conferenza stampa - ci sono stati degli incidenti di percorso, ma ora c'è un tentativo di coesione». Il riferimento è alle polemiche dei giorni scorsi, in particolare dopo la lettera di protesta - contro l'adeguamento dello statuto in rivendicazione di un principio di autonomia - inviata dai club del massimo campionato a Coni e Governo che, oltre a «spaccare» la stessa Lega in più fazioni, ha creato un incidente diplomatico tra le società e la federazione.
«La Lega di A è sempre stata autonoma nell’ambito dei principi dell'ordinamento sportivo - ha ribadito il presidente federale - Chi dice che non lo è ha un modo sbagliato per approcciare le carenze che il mondo del calcio manifesta. Mi auguro di avere una Lega forte che rivendichi una leadership di contenuti, non urlata». Dopo le dimissioni di Dal Pino, il consiglio ha deciso di rinviare invece l'elezione di un nuovo vicepresidente della Figc alla prossima riunione di metà marzo; al momento, le funzioni di vicario saranno svolte dall'altro vicepresidente, Umberto Calcagno.
Nell'incontro con la stampa a margine del consiglio, il numero uno del calcio italiano ha affrontato anche altre tematiche: tra tutte, l'interlocuzione con l'Esecutivo su vari fronti. «Non chiederò più ristori - ha spiegato Gravina, annunciando di aver incontrato lunedì il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Roberto Garofoli - perché sentire ancora “No” mortifica il nostro impegno. Stiamo lavorando per dare una pari dignità al mondo del calcio rispetto ad altri settori dell'economia. C'è un giro d'affari attorno alle scommesse che in Italia ammonta a 15 miliardi di euro, chiediamo la tutela del nostro diritto d'autore».
«Stadi? Si parla del 75% da fine febbraio, ma chiederemo al ministro Speranza e al Cts di accogliere la nostra richiesta di partire subito con la capienza degli stadi al 100%». Sul possibile “stop” della Serie A nel turno del 19 e 20 marzo, così da favorire il ct Mancini nella preparazione dei playoff Mondiali, Gravina ha detto che la questione «è all'ordine del giorno», mentre sugli scenari politici futuri, in caso di flop iridato, non ha manifestato dubbi: «Non coltivo la cultura delle dimissioni. Se c'è qualcuno che pensa questo è un anti-tifoso, un anti-italiano e sta coltivando una falsa illusione».
Inoltre il consiglio della Federcalcio ha approvato il nuovo format della Serie A femminile: dal 2022/23, il massimo campionato sarà composto da 10 squadre e si svolgerà in due fasi. Nella prima, le squadre si affronteranno tra loro in gare di andata e ritorno (18 giornate). Nella seconda fase, le prime 5 della graduatoria accederanno a una poule scudetto, mentre le ultime 5 si affronteranno in una poule retrocessione, con l'ultima in classifica che retrocederà direttamente in B e la penultima che sarà impegnata in un playout contro la seconda del campionato cadetto.