pisa. «Subito assunzioni o le strutture sanitarie collasseranno».
Non è solo un grido di allarme. Quello lanciato dalla Fp-Cgil di Pisa è un appello a risolvere urgentemente un'annosa criticità, quella legata alla mancanza di personale sanitario, che con l'esponenziale aumento dei ricoveri e degli accessi negli ospedali di pazienti colpiti da Covid-19 rischia di mettere ko gli ospedali e le strutture sanitarie della provincia. Criticità alimentata anche dalle centinaia di operatori contagiati e dalle decine di sospensioni comminate a chi non si è adeguato all'obbligo vaccinale. «Soprattutto gli ospedali, ma anche i servizi territoriali domiciliari, le Usca, i drive through vivono grosse difficoltà nella necessità di reperire il personale adeguato – è l'allarme di Mario Di Maio, segretario della Fp-Cgil di Pisa con delega alla sanità pubblica –. Nelle ultime settimane, nel solo territorio della provincia di Pisa gestito dall'Asl Toscana Nord Ovest risultano oltre 50 operatori assenti perché positivi. A questi si aggiungono le manovre di rimodulazione dei posti letto e la riattivazione dei posti di degenza Covid. A Pontedera la disponibilità dei letti Covid si è dovuta limitare a soli 20 per la mancanza di personale medico e infermieristico e più in generale si stanno riducendo i servizi per recuperare il personale ridotto all’osso. Nell'Azienda ospedaliero-universitaria pisana (Aoup), la situazione è invece esplosiva. Non solo per il continuo aumento dei degenti Covid (a ieri 112 tra regime ordinario e area intensiva, ndr), ma anche per il crescente numero di operatori sanitari positivi. Negli ultimi dieci giorni abbiamo assistito al susseguirsi di chiusure di posti letto e accorpamenti, disposti con la motivazione “di recupero di turni di personale”».
Provvedimenti concretizzati soprattutto nei reparti di ortopedia, gastroenterologia, nefrologia e ginecologia. «Sta inoltre saltando la possibilità di organizzare, programmare e pianificare il lavoro nelle corsie, nei reparti e nelle strutture sanitarie per le continue e gravi necessità di reperire il personale – prosegue Di Maio –. Il problema dei pronto soccorso presi d’assalto, come già avveniva in tempi pre-pandemia e il sovraffollamento degli ospedali a causa dei classici malanni stagionali, si somma oggi alla pandemia. Non dobbiamo avere la memoria corta. I problemi c’erano già e l’emergenza non ha fatto altro che amplificarli soprattutto nella necessità di potenziare i servizi territoriali. Con la ripresa del contagio, come previsto, gli operatori si stanno anch’essi inevitabilmente ammalando e sono sempre più numerose le assenze per quarantena, oltre alla mancanza della sostituzione degli operatori sospesi» perché non in regola con l'obbligo vaccinale.
«La grave e inaccettabile conseguenza è che i pochi lavoratori della sanità rimasti in servizio vedano compromessi ancora di più i loro diritti fondamentali al riposo, alle ferie e alla conciliazione dei tempi di vita e lavoro con turni massacranti e al limite della sostenibilità. Anche la Regione Toscana ha le sue responsabilità a cui non si può sottrarre. Ci potrebbe infatti essere un ulteriore aggravamento per la mancanza di personale sanitario, carenza già esistente nei mesi scorsi a seguito della determinazione della Regione a perseguire la strada del blocco degli organici delle Aziende sanitarie e ospedaliere».
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