Pistoia. Sarà interrogato domani mattina (mercoledì 5) dal giudice delle indagini preliminari Federico Calvani, il 66enne medico pistoiese agli arresti domiciliari dal 31 dicembre con l’accusa di aver simulato – negli ambulatori della montagna dove prestava servizio – decine di vaccinazioni anti Covid per far ottenere illegalmente il Green pass ai no vax che sulla pandemia la pensavano esattamente come lui. In queste ore, assieme al proprio avvocato di fiducia, deciderà se rispondere o meno alle domande del gip del tribunale di Pistoia Luca Gaspari.
Di fronte alle pesanti prove raccolte dagli investigatori dei carabinieri anche attraverso le intercettazioni telefoniche e ambientali, la strategia difensiva potrebbe essere però quella della massima collaborazione con gli inquirenti, in vista anche di possibili riti alternativi a un eventuale processo che, in caso di condanna, porterebbe a pene assai pesanti visti i reati che gli vengono contestati, soprattutto il peculato, per il quale il codice penale prevede condanne fino a dieci anni e mezzo di reclusione (le altre accuse sono di falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale, truffa ai danni del sistema sanitario nazionale e omissione di atti d’ufficio).
Intanto i carabinieri (al lavoro, coordinati dalla procura di Pistoia, ci sono quelli di Prato e i colleghi del Nas di Frenze) sono convinti che nella vicenda sia implicato anche un secondo medico no vax. Dalle intercettazioni ambientali effettuate in uno degli ambulatori in cui Calvani riceveva emerge come quest’ultimo fosse sì in regola con il Green pass ma senza essersi sottoposto alla vaccinazione: ad avergli fatto ottenere la certificazione – necessaria per continuare a esercitare la professione – sarebbe stato un altro medico attraverso una vaccinazione simulata. Per lo meno, secondo gli inquirenti.
Che, parallelamente, stanno cercando di identificare tutti coloro che si sono rivolti a Calvani per il finto vaccino. Al momento sono 18 le persone indagate per falso in concorso, incastrate dalle intercettazioni, ma i carabinieri sono convinti che si tratti solo di una piccola parte dei no vax che hanno ottenuto il Green pass attraverso il medico pistoiese. Sulla carta sono circa un migliaio le vaccinazioni da lui eseguite, ma sarebbero almeno un centinaio coloro che quel vaccino non lo avrebbero in realtà mai ricevuto. Persone arrivate negli ambulatori della montagna pistoiese grazie al passaparola nel mondo dei no vax, percorrendo anche decine e decine di chilometri, partendo non solo dalla provincia di Pistoia ma anche da quelle di Prato, Lucca e Pisa (e forse da altre più lontane).
Un’attività illegale iniziata almeno da agosto e continuata fino alla mattina dell’arresto: da qui la scelta della procura di Pistoia di eseguire la misura cautelare al più presto, nonostante fosse la vigilia di Capodanno: «Reale – spiega il gip del tribunale – il pericolo di amplificazione del contagio con l’aumento del numero dei soggetti che utilizzano una falsa certificazione».
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