Una panchina nel cuore dell'area di ricerca di Padriciano, la più frequentata e usata, è stata dipinta di giallo "per ricordare Giulio Regeni, e per tenere viva la lotta libertà fondamentali, tra cui quella di ricerca", ha spiegato la promotrice dell'iniziativa, Francesca Marchi. Questo è stato l'impegno dei ricercatori e dei dipendenti di Area science park che hanno fatto una colletta per comprare la vernice e gli strumenti per darle il suo nuovo ruolo di monumento. La somma avanzata è stata donata alla famiglia per contribuire alle spese legali. "È un'iniziativa partita dal basso, dai dipendenti che lavorano proprio come lavorava Giulio", ha spiegato la direttrice generale di Area, Anna Sirica.
La panchina è stata svelata oggi, giovedì 14 novembre, alla presenza dei genitori di Regeni. "Giulio si sarebbe sentito bene in mezzo a voi, perché era animato dalla stessa volontà di capire meglio il mondo", ha sottolineato il padre, Claudio Regeni. La mamma, Paola Deffendi, ha ringraziato i promotori dell'iniziativa per "aver colto lo spirito, anzi, la Bora, che spinge la famiglia nella lotta per la verità e giustizia: non vogliamo targhe di marmo ma posti che permettano una memoria attiva, una panchina è questo: un posto dove ci si incontra, si parla e perché no, si beve anche uno spritz". La memoria, ha rimarcato "va sempre rinnovata, non bisogna mollare mai. Per dirlo in triestino, mai molar".
I genitori di Giulio hanno donato ai ricercatori una bandiera, un fiore di ceramica giallo "che non appassisce mai" Realizzato dall'artista udinese Laura Piana e spille e braccialetti, "i nostri strumenti di lotta".