Sono passati cento anni da quando Gioachino Polojac lascia l’Istria e arriva a Trieste. Sarà lui, qualche anno più tardi, a dare l’impulso alla nascita di Imperator, una delle maggior aziende di importazione di caffè crudo della città.
Polojac era un personaggio schivo ma intraprendente, innovativo e lungimirante, celebrato in questi giorni dai suoi discendenti. È proprio grazie alla sua scelta di scommettere su Trieste, infatti, che l’impresa è cresciuta con successo. A ricordarlo in particolare è il nipote Alberto Polojac, l’ultima generazione in ordine di tempo di una famiglia che porta avanti con passione il lavoro nel mondo dei chicchi profumati.
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Nel 1924 Gioachino ha solo 18 anni quando approda a Trieste dal piccolo insediamento di Bogliuno d’Istria, con cinque fratelli più piccoli e la madre Maria. Solo il padre Giuseppe resta nel comune d’origine, in provincia di Pola. Lui, pur giovanissimo, ha tanta voglia di fare, si prende carico della famiglia e si dedica alla distribuzione al dettaglio, prima attraverso una rivendita di frutta e verdura, poi di prodotti alimentari. Negli anni successivi l’attività continua e si amplia, fino al 1950 quando con il fratello Libero e il cugino Antonio, fonda la Sitac, società che opera all’ingrosso nel settore alimentare e che in un secondo momento si specializza nel commercio di caffè crudo.
Col passare del tempo le famiglie si allargano e la società si scioglie. Libero e Antonio fondano la Transcoloniali, mentre Gioachino prosegue nel commercio di caffè crudo con la ditta individuale che prende il suo nome. Nel 1970 viene affiancato dal figlio Alessandro e l’azienda rafforza la sua presenza nel mercato italiano, fino al 1980, quando viene fondata ufficialmente l’attuale Imperator srl. Vent’anni fa entrano nell’impresa i figli di Alessandro: Lorenzo, responsabile commerciale, e Alberto, responsabile controllo qualità e acquisti. E la tradizione continua, con un impegno ancora più forte sul territorio. Come dimostra anche la creazione di “Bloom Coffee School”, lo spazio formativo di Imperator che vanta il riconoscimento da parte di Sca, l’associazione mondiale più autorevole per la promozione dell’eccellenza nel mondo del caffè, come “Premier Training Campus” e del Coffee Quality Institute come “Q Professional Venue.
«La decisione di celebrare l’arrivo del nonno a Trieste – spiega Alberto Polojac – è scaturita dalla voglia di non dimenticare un momento importante per la nostra famiglia e per la nostra attività: tutto è nato grazie alla sua decisione di scegliere Trieste».
A Gioachino nei giorni scorsi è stata dedicata una serata di memorie, un libro e anche un drink, nell’ambito del Trieste Coffee Festival. «La sua crescita è stata legata anche alla vita della città all’epoca – prosegue Polojac – in un periodo favorevole per il porto e per il mercato del caffè, che proprio in quegli anni comincia a svilupparsi, si diffonde e diventa una bevanda di massa. Ricordare il nonno, che ho conosciuto poco da piccolo, significa celebrare la sua figura, quella di un uomo molto riservato, ma che grazie alla ricostruzione della sua storia ho potuto far rivivere, con grande emozione, attraverso i ricordi, ancora vivissimi, nella nostra famiglia». —
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