Gli allarmi su un possibile ampliamento della capienza del Cpr di Gradisca lanciati dai sindacati di polizia? Questa volta potrebbero essere davvero fondati. Almeno due, infatti, gli elementi che sembrano andare in quella direzione. Da un lato il recente completamento dei lavori di sistemazione di dieci camerate all’interno dell’ex caserma Polonio, in pratica una nuova area potenzialmente pronta ad ospitare una quarantina di ulteriori ospiti. Dall’altro l’indirizzo politico adottato in questa fase dal Viminale, e confermato dallo staff del ministro Piantedosi, che vede con favore il potenziamento, laddove possibile, dei centri per i rimpatri esistenti oltre alla creazione di nuovi.
La circostanza paradossale è che il potenziale ampliamento potrebbe arrivare proprio nel momento di massima vulnerabilità del Cpr di Gradisca: la struttura per stranieri irregolari in attesa di espulsione e rimpatrio è ormai quasi quotidianamente teatro di evasioni tentate o riuscite e tumulti eppure sembra avere le carte in regola per un potenziamento dei numeri.
Anche quella tra domenica e lunedì è stata una notte di tensione. Dopo la fuga di tre persone avvenuta la sera prima, quattro ospiti hanno dato del filo da torcere al personale di sorveglianza. Poco prima delle 3.20 hanno tentato di forzare una grata già lucchettata e sono saliti sulle coperture dell’ex Polonio. Vi hanno stazionato per circa un’ora, desistendo dai propri propositi di allontanamento – trattandosi di detenzione amministrativa il termine evasione è persino improprio – solo dopo lunghe trattative con gli agenti di polizia, che hanno poi ripristinato almeno parzialmente ripristinato la sicurezza apponendo catene e lucchetti sul nuovo pertugio creato dai trattenuti. Appena pochi giorni fa un nordafricano nel tentativo di fuggire, ricadendo al suolo, aveva riportato gravi traumi agli arti inferiori. I sindacati di polizia, che da tempo protestano evidenziando le carenze di organico, denunciano anche il malfunzionamento della videosorveglianza.
Eppure, come si diceva, il Cpr-groviera potrebbe persino ampliare la propria capienza. Ambienti vicini alle forze dell’ordine confermano che, a Roma, circola l’ipotesi di incrementare di una quarantina di unità la “ricettività” del “carcere per irregolari”: dalle 90 presenze attuali, a 130. A riguardo la Prefettura di Gorizia non conferma, ma nemmeno smentisce questa possibilità. «Di concreto non c’è nulla – si affretta a precisare il commissario di governo Raffaele Ricciardi –. C’è da dire però che i lavori svolti di recente porteranno presto a rendere nuovamente disponibili 10 camerate. È possibile quindi che le voci nascano da questa circostanza. Se e quando i nuovi spazi verranno utilizzati, però, non lo sappiamo perché non è di nostra competenza».
Un’intera ala, insomma, nuovamente disponibile che Roma potrebbe voler riempire. Da parte sua anche il ministero dell’Interno non si sbilancia, ma nemmeno si esclude un Cpr “extralarge”: «Sulla scrivania del ministro al momento non c’è un dossier su Gradisca – fanno sapere dallo staff di Matteo Piantedosi –. Sappiamo che vi sono stati dei lavori e torneranno a disposizione dei posti. A quel punto si valuterà se vi siano tutte le condizioni operative e tecniche per ospitare più persone. Certo, in linea generale l’indirizzo politico del governo è quello di ampliare la ricettività dei Cpr e di realizzarne di nuovi. Se un aumento della capienza sarà il caso di Gradisca, è prematuro affermarlo».
Parole non definitive, ma, comunque, sufficienti a destare l’allarme del sindaco di Gradisca, Alessandro Pagotto. «Le continue tensioni degli ultimi mesi confermano la vulnerabilità ed inefficienza di queste strutture – afferma il primo cittadino, che presto visiterà il Cpr con il prefetto Ricciardi e la garante delle persone recluse, Giovanna Corbatto.– Che ora anche solo si possa ipotizzare di potenziare il centro di Gradisca mi pare paradossale e preoccupante. La nostra posizione non cambia, il Cpr va chiuso: altro che ampliato. Ne va della sicurezza di tutti: operatori, forze dell’ordine e trattenuti. E dell’immagine della città».
Fa eco Sara Vito, segretaria provinciale del Pd: «Al Viminale non vogliono capire, si disinteressano di degrado e sicurezza, continuano a ignorare le legittime richieste del territorio, e la Regione è muta. Il Governo non ci pensi nemmeno ad aumentare la capienza del Cpr di Gradisca. L’unica soluzione praticabile è chiudere questa degradata struttura colabrodo».