Si chiude lunedì 30 settembre il bando per la scelta dei nuovi presidenti delle Autorità portuali e arriva la prima candidatura ufficiale per la guida del porto di Trieste. Dopo un mese di riflessioni, dall’esito facilmente prevedibile, il commissario straordinario Vittorio Torbianelli ha risposto alla chiamata del ministero delle Infrastrutture. «Serve una continuità innovativa», dice l’ex segretario generale del presidente Zeno D’Agostino. È il primo a uscire allo scoperto, ma in campo è già certa la presenza dell’altro triestino Antonio Gurrieri, mentre sui nomi non locali è nebbia fitta.
Aveva detto di volerci pensare e, a ridosso della scadenza del bando, Torbianelli ha spedito la pec. «Ho inviato la candidatura qualche giorno fa», spiega il commissario, secondo cui «per il percorso fatto fin qui è utile confermare l’idea che sul territorio esistano profili che possono dare quella continuità innovativa, che sarebbe positiva in una fase in cui i porti di Trieste e Monfalcone stanno proseguendo i percorsi avviati, ma devono anche affrontare molte cose aperte».
Torbianelli è arrivato in Autorità portuale da qualche anno, prima come responsabile dei progetti speciali e poi come sostituto di Mario Sommariva nel ruolo di segretario generale. Stimato da D’Agostino e Sommariva, l’ex docente di Economia dei trasporti è la mano che ha curato la stesura del piano Adriagateway, contenente tutti i progetti di sviluppo dell’Authority e capace di sbancare il Pnrr ottenendo finanziamenti per 400 milioni. È Torbianelli ad aver incardinato in prima persona i diversi progetti Pnrr (Servola, banchina ungherese, Noghere, Molo VII e cold ironing) e a seguirne gli sviluppi. La candidatura è autorevole, ma non si sa quanto in linea con il gradimento politico del governo, anche se per Torbianelli si è già spesa l’eurodeputata della Lega Anna Cisint.
[[ge:gnn:ilpiccolo:14674834]]
In Autorità portuale l’alto dirigente Gurrieri non nasconde a sua volta l’avvenuta autocandidatura, ma Torbianelli non vuol sentir parlare di derby o lotte fratricide: «Se ci sono altre candidature del territorio – dice – con vera esperienza dell’ambito portuale, mi sembra estremamente positivo, perché si rafforza la prospettiva di una conduzione che rimane sul territorio e conosce i meccanismi della comunità portuale». Ed è più che un’ipotesi l’idea che i due possano dare vita a un ticket in cui l’eventuale prescelto presidente nomini l’altro segretario generale: «Ho massima stima e fiducia – conclude Torbianelli – di una persona che lavora in porto assieme a me». Sentimenti che si dice siano ricambiati da Gurrieri, uomo dei bilanci dell’Autorità e conoscitore del trasporto ferroviario grazie al ruolo di ad della società pubblica Alpe Adria.
Le nomine dei vertici delle Autorità portuali italiane slittano intanto all’inizio del 2025. Il governo ha deciso di attendere le elezioni regionali in Liguria. Lo ha detto chiaramente il viceministro alle Infrastrutture Edoardo Rixi (con delega ai porti), che ha parlato di nomine «entro la fine di gennaio».
Rixi si è candidato capolista per portare voti alla Lega e sostenere la corsa di Bucci. Tempo per pensare ai porti ora non ce n’è, anche se questo potrebbe significare dover scendere a patti con il centrosinistra sulle nomine negli scali di Genova e La Spezia.
Il viceministro chiarisce intanto il percorso. Con il 30 settembre «si chiuderà l’invito alle manifestazioni di interesse bandito dal ministero, dopodiché i nomi saranno proposti alle commissioni parlamentari competenti. Sono necessari tempi tecnici: insieme a Genova saranno nominati i presidenti di altri importanti porti commissariati o in scadenza, come Trieste, La Spezia, Palermo o Bari. Una procedura importante». Dopo la legge di bilancio le commissioni di Camera e Senato si esprimeranno, ma il passaggio centrale è l’intesa che dovrà arrivare dai rispettivi presidenti di Regione.
Al momento le uniche certezze per Trieste sono Gurrieri e Torbianelli. Fuori dalla corsa si sono chiamate la parlamentare europea Cisint e la presidente di Friulia Federica Seganti, così come Mario Sommariva, ex presidente del porto della Spezia, dimessosi e passato pochi giorni dopo alla guida del gruppo Spinelli. Risuona sempre il nome di Pino Musolino, presidente prima a Venezia e ora a Civitavecchia, molto interessato a uno sbarco in quel di Trieste: anche lui uscito dalle nomine del centrosinistra, ma capace di tessere relazioni romane in questi anni a Civitavecchia.
Altra ipotesi ricorrente è quella di Federica Montaresi, appena nominata però commissaria alla Spezia al posto di Sommariva e ormai in rampa per lo scalo ligure. C’è poi chi avanza le opzioni dei figli d’arte Francesco e Davide Maresca, con il primo (assessore al Porto del Comune di Genova) appena iscrittosi a Fratelli d’Italia in cerca di una sponda nel governo Meloni. La stampa di settore indica per Trieste anche i nomi di Alberto Rossi, avvocato e segretario generale di Assarmatori (che smentisce), e Matteo Gasparato, presidente del Consorzio Zai, gestore dell’interporto di Verona.