Cinquecento firme solo al bar Neri e altrettante raccolte in quindici attività di San Vito, tra negozi, caffè, supermercati, edicole. Tutto il rione si sta mobilitando nella speranza di salvare l’ufficio postale di via Combi che l’azienda dismetterà a fine mese. La struttura è già chiusa da novembre, quando Poste Italiane ha annunciato la necessità di lavori urgenti. Salvo poi posizionare un avviso qualche giorno fa con la notizia della dismissione definitiva a fine mese.
I residenti però non ci stanno. Sostenuti anche dalla Circoscrizione. La raccolta firme è stata preparata dal consigliere comunale leghista Monica Canciani, ma è tutto il parlamentino ad essersi mobilitato, anche con una mozione ad hoc presentata dall’esponente dem Alberto Fileti. Un impegno trasversale tra forze politiche, con un obiettivo comune: difendere la filiale di via Combi. Solo che rispetto alla petizione di Gretta - a difesa della filiale di via dei Carmelitani, che chiuderà a fine mese - a San Vito non c’è un ufficio postale ancora aperto. E così è iniziato il tam tam con punti di raccolta fai da te fra chi vive e lavora nella zona.
Cartelli su porte e vetrine ricordano la raccolta firme presente all’interno e sono gli stessi negozianti ed esercenti a invitare la gente ad aderire. Uno dei punti principali di raccolta è il bar Neri proprio di via Combi: «Tanti entrano e firmano subito – spiega Roberto Erario intento a lavorare dietro il bancone – e ci sono persone che vengono al bar anche solo per questo. È un’iniziativa molto sentita nel rione. Noi abbiamo avvisato i clienti anche tramite WhatsApp e con cartelli esposti all’esterno».
Una cinquantina le ultime firme registrate ieri nella vicina edicola dove Marina Angela Bernardin racconta come «si sentono tutti coinvolti e temono che l’ufficio comunque non riaprirà, ma non si può stare in silenzio. C’è bisogno di questo servizio».
Un’ottantina le firme presenti da Jerian, dove la gente ieri acquistava pane, dolci e, nel pagare alla cassa, firmava subito il foglio. Anche la farmacia non lontana partecipa, qui ieri mattina erano una trentina le adesioni, un po’ meno alla Conad di via Locchi e una settantina al bar Vittoria. Dove sono ancora poche, precisano i titolari dei vari siti, è solo perché la petizione cartacea è appena stata posizionata sui banconi. C’è anche chi arriva da altri rioni per sostenere la causa, perché lavorando a San Vito utilizzava abitualmente sia gli sportelli sia il Postamat.
A La Latteria anche Carmen Bernardis, servendo i clienti, ci tiene a ricordare la mobilitazione in atto: «La gente spera tanto venga decisa la riapertura, che la scelta di fermare tutto sia revocata – sottolinea – Molti avevano il conto corrente lì, altri non sanno dove pagare le bollette o dove trovare un bancomat vicino. Perché qui ci sono davvero tanti anziani e molti camminano poco o con difficoltà, non riescono nemmeno a prendere l’autobus. Qualcuno usa il taxi. Anche per me, come altri, era comodo, avendo qui l’attività avere un ufficio postale vicino. Mi sembra davvero strano venga chiuso, lavorava sempre tantissimo. Anche con code fuori dalla porta. Comunque all’interno è rimasto tutto, forse basta solo effettuare gli interventi di adeguamento affinché torni operativo. Speriamo accada».
La raccolta firme intanto continua fino a sabato 28 , nei bar Neri e Vittoria, nelle edicole di via Combi e via Schiapparelli, nella farmacia Campi Elisi, al Conad Tuday di via Locchi, alla panetteria Jerian di via Combi, al ristorante pizzeria Ariston di via Romolo Gessi, alla Bottega delle Spezie di via Combi, sempre sulla stessa via anche nel salone La Tua Immagine, Pulicasa e Passuello Fratelli, e ancora da Cucina Danieli in via Vittorino da Feltre, alla libreria La Fantastica di via Colautti e da La Latteria di via Giustina. Si concluderà invece domenica 15 la raccolta in Gretta: la petizione prevede, oltre ai banchetti ogni mattina in largo Osoppo, la raccolta anche in vari locali,quali il bar Giuliano in salita di Gretta, al Bel Bar di piazza Tra i Rivi e al bar Maggio di via Santa Teresa.