TRIESTE L’unica certezza per gli impianti tennistici di Campo Cologna è la rabbia provata da chi li frequenta. Dopo la lettera inviata da una trentina di atleti lo scorso gennaio – in cui si denunciava la «situazione di degrado» in via Amendola – una nuova criticità ha suscitato la collera dei firmatari: nel campo da tennis numero 3, situato pochi metri più in basso rispetto al complesso principale, è crollata la volta di copertura che proteggeva l’interno, piegando il palo della luce e distruggendo la centralina con annessi allarmi e dispositivi di sicurezza. Un episodio grave che, non si fosse verificato un paio di settimane fa nel bel mezzo della notte, avrebbe messo a repentaglio la sicurezza dei giocatori, ai quali è tuttora fatto divieto di accedere all’impianto.
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Sulle cause dell’accaduto, però, le interpretazioni divergono, o quantomeno rivelano una divisione di fondo fra i soggetti coinvolti. Il “G. Draghicchio” – che si estende sulla sommità di via Commerciale e include, oltre ai tre campi da tennis coperti, una pista di atletica e un percorso campestre – è di proprietà del Comune e da 27 anni è in affidamento alla Uisp (Unione italiana sport per tutti), cui spetta la manutenzione ordinaria. Lunedì scorso si è svolto un sopralluogo nel campo da tennis compromesso per accertarne le condizioni e indagare il motivo del crollo. Ma le versioni fornite dal Comune e della Uisp sembrano profilare un rimpallo di responsabilità, che allontana la prospettiva di una soluzione a breve termine.
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Ora, senza scendere troppo nei tecnicismi, basti sapere questo: il telone che protegge i campi da tennis è tenuto in piedi da una macchina principale di ventilazione, di proprietà comunale, connessa a sua volta a una macchina ausiliaria, di proprietà della Uisp, che sopperisce alla prima in caso di interruzione della corrente elettrica. «La macchina principale si è spenta temporaneamente e la macchina ausiliaria, gestita dalla Uisp, non è entrata in funzione», afferma l’assessore comunale ai Lavori pubblici Elisa Lodi, spiegando così il cedimento della copertura. «Il macchinario di ventilazione (quello comunale, ndr) funziona correttamente», ribadisce Lodi, ricordando che il Comune è intervenuto per risolvere i precedenti problemi dati dall’impianto di sua competenza.
La risposta della Uisp insiste proprio sul carattere «ausiliario» della macchina di sua proprietà. «È vero che la macchina è nostra – dice il presidente Eugenio Bevitori – ma doveva servire soltanto in caso di emergenza». Mentre, prosegue Bevitori, la macchina principale di ventilazione «collassava ogni volta che c’era maltempo». Insomma, i problemi in questo caso sarebbero a monte, nel funzionamento a singhiozzo della macchina principale.
E adesso cosa succederà? È difficile dirlo, al momento. Le posizioni, come si è visto, restano distanti e non è certo la prima volta che il dialogo fra le parti si inceppa o dà segni di tensione. Perciò l’unica certezza è l’insoddisfazione degli atleti, nata ben prima del recente crollo della copertura. I restanti campi da tennis, quelli ancora accessibili, versano infatti in uno stato deteriorato, con il terreno slabbrato in più punti e i granuli in gomma consumati.
Qui, però, una buona notizia c’è. L’assessore Lodi conferma che il rifacimento dei campi da tennis verrà finanziato «con le risorse generiche destinate agli impianti sportivi», stanziate nella variazione di bilancio di luglio. I tempi non saranno brevi, ma la progettazione dovrebbe prendere le mosse nelle prossime settimane.