TRIESTE. «Indipendentemente dall'obiettivo di temperatura, questa si stabilizzerà solamente quando avremo azzerato le emissioni nette di Co2», inoltre, visto che «i cambiamenti climatici non sono dovuti soltanto alla Co2 ma anche ad altri gas, con il tempo dovremo ridurre anche quelli».
Dobbiamo tendere «verso emissioni negative di Co2 per compensare le emissioni di altri gas, come ad esempio N2o», il terzo più importante gas a effetto serra, che principalmente proviene dal settore agricolo. Ne è convinto lo Roberto Schaeffer, scienziato brasiliano esperto di economia energetica, intervenuto a un simposio internazionale su energia e clima al Centro di Fisica Teorica Abdus Salam - Ictp di Trieste.
Se non si cambierà politica, le proiezioni al 2100 delle emissioni e delle temperature prevedono «un aumento di 3.5 gradi rispetto ai livelli industriali. Se i Paesi cha hanno fatto promesse sulla riduzione delle emissioni le manterranno, l'aumento sarà appena inferiore ai 3 gradi.
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Questo mostra chiaramente che per raggiungere l'obiettivo di 1.5 gradi serve molto di più. Per riuscire a rispettare gli accordi di Parigi dobbiamo essere molto ambizioni ed estendere l'azzeramento delle emissioni a molti più Paesi», ha ammonito lo scienziato. Che ha sottolineato a più riprese una «disconnessione radicale», enormi «discrepanze tra quanto i Paesi promettono in termini di riduzione delle emissioni e quello che le loro strategie energetiche prevedono in termini di utilizzo dell'energia». Tutto ciò, «nonostante ci sia finalmente una maggior consapevolezza da parte dei Paesi nella necessità di azzerare le emissioni nette di Co2, come dimostrato dagli impegni che molti Paesi stanno prendendo»