Cresce la rete delle piste ciclabili del Friuli Venezia Giulia: sono 57 al momento gli interventi avviati sui vari itinerari della rete regionale, lavori per un totale di 170 milioni di euro distribuiti su 310 chilometri di sviluppo complessivo. La regia della trasformazione è della Regione, che conta di concludere questa fase di interventi entro il 2027: «È un modo efficace di fare economia», spiega l’assessore regionale alle infrastrutture Cristina Amirante.
Chiunque si sia avventurato oltralpe saprà che l’Europa centrale è coperta da un reticolo di piste ciclabili capillare pressoché quanto quello stradale: la Germania è un Paese che si può traversare a pedali senza praticamente uscire dai percorsi dedicati. Per ragioni di storia industriale più che di carattere geografico, l’Italia è stata a lungo refrattaria alla bicicletta come mezzo di trasporto, e soltanto di recente ha iniziato a muoversi in questa direzione: il Sistema nazionale delle ciclovie turistiche, varato nel 2016, arrancava da tempo e soltanto grazie al Pnrr ha ripreso fiato.
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Il Friuli Venezia Giulia ha colto la palla al balzo e i fondi del Piano nazionale di ripresa sono tra le fonti dei sopra citati interventi, messi in campo in attuazione del Piano regionale della mobilità ciclistica del 2022.
L’assessore Amirante spiega quale sia la filosofia del piano: il modello è la ciclovia Alpe Adria, che collega Salisburgo a Grado ed è ormai un percorso consolidato nelle abitudini dei cicloturisti dei Paesi circostanti. Se la Alpe Adria (cosiddetta ciclovia 1) costituisce l’asse nord-sud della rete, due ciclabili analoghe percorreranno la regione in senso est-ovest, prosegue ancora l’assessore: «La ciclovia 2 corre lungo la costa mentre la 3 attraversa la zona pedemontana». Numerosi percorsi minori si ramificano poi sul territorio, con l’obiettivo di fare del Fvg una regione interamente “ciclabile”: «Sono stata di recente a Pontebba – racconta – e ho potuto constatare come il passaggio della ciclabile abbia favorito una economia di servizi a questo tipo di viaggiatori».
Il piano regionale nel suo complesso prevede 1285 chilometri di ciclovie: al momento ne sono stati realizzati 340, e altri 310 arriveranno al completamento degli interventi in corso, portando oltre al 50% la percentuale di lavori realizzati.
Nelle previsioni della giunta, precisa Amirante, tutti questi lavori dovrebbero venire completati entro la fine del mandato: «Tanto più che ci sono finanziamenti Pnrr». Quali sono dunque gli interventi in corso o in progetto?
Alcuni interventi sono in corso o sono stati conclusi da poco: è il caso del tratto Carnia-Moggio della Alpe Adria, che Fvg Strade ha portato a compimento alla fine di luglio. Sono in fase di appalto, invece, i lavori per il ponte “Matteotti” di Grado, sempre parte della ciclovia 1. All’interno della ciclovia 2, invece, il Comune di Monfalcone ha avviato il primo lotto dell’intervento di recupero del sedime dell’ex ferrovia Fincantieri, nell’ambito delle opere di collegamento all’aeroporto.
Il piatto forte degli interventi, però, riguarda il percorso della ciclovia Adriatica, parte della ciclovia “Trieste – Lignano – Venezia” (finanziata con 30 milioni di euro dal Pnrr). Per quest’opera sono stati individuati 4 lotti:
La progettazione definitiva dei primi tre lotti è in fase di autorizzazione. La Regione ha attivato poi una procedura Pr Fesr per 7 milioni e mezzo circa per il primo lotto della ciclabile lungo la statale 14 tra Torviscosa e Muzzana del Turgnano, ed è invece in attesa di conoscere l’esito di un ricorso per procedere con la realizzazione dei primi due lotti della Casarsa Pinzano (per un totale di circa 13 milioni).
I fondi del Fesr vengono utilizzati dalla Regione anche per altri sei progetti in fase di affidamento. Un intervento in fase di affidamento, da un milione 100 mila euro, per il secondo lotto della Artegna – Gemona per le ciclovie 1 e 3; il recupero del sedime ferroviario fra Venzone e Portis Vecchio, per un totale di un milione 300 mila euro, come parte della ciclovia 1 e della ciclovia 6 “sinistra Tagliamento”; la messa in sicurezza del ponte di Braulins, per un totale di 4,2 milioni; il recupero del ponte tra Sagrado e Gradisca per 914 mila euro; il tratto Gradisca- Gorizia della ciclovia 5 “Isonzo” (974 mila euro); la ciclovia tra Gradisca e Cormons (495 mila euro).
Vi sono poi interventi della Rete regionale inquadrati in accordi di programma fra Regione ed enti locali. È il caso dell’Adp per la mobilità ciclistica del Trieste Airport, che include il già citato primo lotto nel Comune di Monfalcone, un secondo lotto nel Comune di Ronchi dei Legionari (in fase di progettazione) e infine il collegamento della ciclovia allo scalo aeroportuale vero e proprio, che vede la società Aeroporto Fvg in qualità di soggetto attuatore.
Gli interventi che abbiamo citato sono inevitabilmente soltanto una parte della rete complessiva, che prosegue con opere che cubano da qualche centinaio di migliaia a oltre sette milioni di euro, su tutto il territorio regionale.
In un servizio nei giorni scorsi dedicato all’estensione delle reti ciclabili in Italia, il Sole24Ore rilevava come il costo medio di un chilometro di ciclabile vari enormemente da una regione all’altra se si prendono in considerazione i progetti finanziati dal Pnrr: la forbice va dai 114 mila euro a chilometro della Ciclovia del Sole (da Verona a Firenze) al milione 666 mila euro della Ciclovia del Garda.
Considerando il solo tratto della Venezia – Trieste, il costo medio del Fvg è di 545 mila euro a chilometro: un dato che combacia quasi perfettamente con il costo medio a chilometro dei 57 interventi regionali di cui abbiamo parlato.