TRIESTE I fiori ci accompagnano nell’arco di tutta la nostra vita. Dalla nascita fino alla morte. Onoriamo gli eventi importanti con la simbologia delle piante, spesso senza sapere quale messaggio portino con sé, ma affidandoci alle mani sapienti di chi sa contestualizzare ogni momento partendo da un singolo fiore. È il mestiere di fiorista, uno dei più antichi ancora presente a Trieste in piccoli negozi che raccontano una storia familiare, una storia personale o un percorso artistico che va ben oltre al semplice commercio, oggi messo a dura prova dal cambiamento sociale che anche questo mestiere è chiamato a subire.
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Tra i molti esperti del settore ancora attivi in città, c’è chi ha tracciato le linee della storia come l’antica fioreria “German fiori” di Cristina Bruchi in via Roma, che rappresenta oggi la quarta generazione di questo antico mestiere iniziato nel 1897 dal bisnonno ungherese Martino German. Non per necessità, ma per passione, German lavora nel Parco di Schönbrunn a Vienna dove alimenta il suo interesse per le piante e lo porta a Trieste con la prima bancarella di fiori sul Gran Canale. Ancora oggi è un punto di riferimento per allestimenti di grandi eventi fino alla vendita della singola rosa, grazie anche alla volontà di conservare un’educazione all’estetica del fiore. «Non teniamo qualunque fiore ci viene chiesto – spiega Bruchi – ma poniamo attenzione alla stagionalità per continuare ad avere e a trasmettere un contatto con la natura».
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Non mancano certo le sfide per chi come German conserva una memoria e un’estetica del mestiere che vede sempre più un mercato bengalese e cinese dedicato esclusivamente al commercio, lontano dunque dall’arte di fiorista tramandato per generazioni e approfondito poi con corsi di specializzazione. È il caso della storica fioreria “Savina” di San Giacomo, punto di riferimento del rione dal 1952 che prende il nome dalla nonna Savina, amante delle piante e imprenditrice di se stessa, ancora oggi ricordata anche grazie al libro “La storia di Savina” di Marco Coslovich. A gestire oggi la storica attività, è la nipote Ivana Pahor, specializzata nella Scuola internazionale mastrofioristi che l’ha portata a insegnare in tutta Italia il design floreale.
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Ma che differenza c’è tra un fiorista e un fioraio? «Esiste una forte differenza – spiega Laura Longo de La Pintadera – il primo si occupa di esercitare un’arte a tutti gli effetti che richiede molto studio, molta pratica e una certa educazione al bello, mentre il secondo si riferisce al commercio di un prodotto senza necessariamente conoscerne l’arte». La Pintadera di via Trenta Ottobre è da dodici anni uno dei punti di riferimento nella cura delle piante grasse che si affianca alla creazione di gioielli in alluminio unici nel loro genere. Longo è specializzata nell’artigianato artistico e nella creazione di vere e proprie opere d’arte di grande formato, dove l’utilizzo di materiali naturali e di riciclo la portano a creare accessori d’arredo tanto quanto d’abbigliamento, utilizzati anche nel progetto Foto Flor Art sviluppato insieme alla fotografa Antonella Rimbaldo. Un luogo di riferimento anche per corsi d’arte floreale, grazie alla decennale esperienza di Longo come insegnante professionista, specializzata in flora design a livello europeo.
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Il linguaggio dei fiori, quindi, bene si sposa con l’artigianato artistico e lo dimostra anche “Fiori e vento” di Ariella Ossi. Situato al centro di via Foschiatti, il negozio ricalca un’atmosfera d’altri tempi tipica della via, grazie alla capacità di fondere la vendita di una specifica selezione di fiori freschi al restauro di mobili antichi, con la creazione di piccoli oggetti d’arredo realizzati con materiali di recupero. «Uso i fiori come fonte d’ispirazione – spiega Ossi – ho voluto creare un luogo dell’anima che unisse il mio amore per i fiori, i mobili e complementi d’arredo». Ecco che materiali di scarto come un secchio vecchio diventa uno straordinario lampadario e ritagli di stoffa si trasformano in eleganti orecchini dal gusto retrò.
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Allo stesso modo, l’eleganza e la ricerca della qualità in ogni singolo dettaglio, dal particolare della carta, la scelta delle piante, fino all’allestimento della vetrina, sono la prerogativa assoluta della rinomata fioreria “L’annaffiatoio” di Luisa Cividin in via Gatteri. Presente da 40 anni nella via, dall’età di 18 anni si impegna nella realizzazione di vere e proprie opere d’arte, prediligendo da sempre decorazioni naturali ricavate dalle piante stesse o da materiali di riciclo, eliminando la plastica. Un piccolo giardino dell’Eden in un angolo trafitto dal traffico, un luogo anche questo che porta con sé, prima di Cividin, una lunga tradizione di mastri fioristi, presenti nella via dai primi anni del ’900.
Non mancano certo le specialiste nei singoli settori del mestiere, come Elena Tazzari di “Fiori Astrid” nella Rotonda del Boschetto, esperta da più di 20 anni nell’arte dei bonsai. Nata e cresciuta a San Giovanni, fin da bambina desidera lavorare nella sua attuale fioreria, presente nel rione dal 1959. Dopo aver rilevato l’attività nel 2003, si specializza in vari settori dell’arte floreale, portando avanti la tradizione del bonsai che l’ha fatta conoscere in tutta la regione, poiché unica a Trieste a trattare queste piante e a offrire anche il servizio di pensione.
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