TRIESTE Una vita divisa tra i laboratori del Cnrr e i palcoscenici di tutto il mondo: questa è la quotidianità di Alessandro Sala, un fisico e musicista che ha saputo conciliare due passioni apparentemente inconciliabili. Tre gli ingredienti del suo successo: un’attenta organizzazione, uno studio rigoroso e un’alta capacità di concentrazione.
Ogni tanto poi un tocco di imprevedibilità, dalla vittoria a “La pupa e il secchione” all’invenzione di un nuovo modo per giocare a dama. L’interesse precoce sia per la scienza che per la musica era fortemente presente da bambino, come racconta lui stesso. «A dieci anni ero già affascinato dall’astronomia e suonavo la chitarra, seguendo le orme di mio fratello». Questo entusiasmo lo ha portato a intraprendere un lungo percorso accademico, culminato con una specializzazione in Fisica. Oggi Sala lavora al Cnrr, dove studia le proprietà di nuovi materiali innovativi.
Parallelamente alla sua carriera scientifica, Alessandro è anche il bassista della band metal sinfonica “Rhapsody of Fire”, con cui suona da anni. «La chiave è l’organizzazione», afferma.
«Pianifico anni in anticipo per garantire che né la mia carriera scientifica né quella musicale ne risentano. Per me è importante che entrambe le attività coesistano. È importante non sovrapporre le cose nel breve termine - spiega -. Dedicare il 90 per cento del cervello alla musica fa sì che quando torno in laboratorio io sia più energico. Questo rinfrescarsi la mente non avviene se alterni le attività su base giornaliera».
Non può mancare poi l’aiuto di colleghi e famiglia. Il bassista si prende periodi di uno o due mesi per i tour con il suo gruppo, durante i quali i suoi colleghi al Cnrr organizzano il lavoro in modo da coprire anche i suoi turni in laboratorio. Quando non gli è possibile partecipare ai concerti, vengono trovati dei sostituti. «Il supporto di coloro che lavorano con me e della mia famiglia è fondamentale. L’organizzazione non basta, se non hai accanto qualcuno che ti dà una mano», racconta, ringraziando anche la moglie, corista in un altro dei suoi progetti musicali, un tributo a Lucio Battisti dal nome “Canto Libero”.
Oltre alle due carriere principali, Sala si è dedicato a progetti collaterali con lo stesso entusiasmo. Tra questi, ha inventato una versione della dama per tre giocatori: «Una sera con dei compagni dell’università ci siamo resi conto che, cambiando un po’ le cose, avremmo potuto giocare anche in tre», racconta. L’invenzione non è mai stata commercializzata, ma la scacchiera “speciale” realizzata appositamente è ancora custodita nella sua casa.
Tra le altre esperienze, la partecipazione al programma “La Pupa e il Secchione”, edizione 2006, in coppia con Rosy Dilettuso. «Un’esperienza pazzesca», ricorda. «Ho interrotto la tesi di laurea specialistica per partecipare, ma ne è valsa la pena». I due sono riusciti a conquistare il pubblico, vincendo la prima edizione del programma. Il futuro? «Vorrei provare a fare il professore universitario in maniera più estesa. Vedremo». —
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