MONRUPINO. «Sono molto preoccupata per il grave stato di degrado di Casa Malala e nei prossimi giorni mi rivolgerò alle competenti autorità, per conoscere la reale situazione in cui versa la struttura». Lancia l’allarme Tanja Kosmina, sindaca di Monrupino, in relazione a Casa Malala, centro di accoglienza situato a pochi passi da Fernetti, nel cuore del territorio comunale che rientra nella sua giurisdizione dove, dal primo di agosto, la gestione è passata alla Nova Facility.
«Da più fonti, tutte attendibili – spiega la sindaca – mi arrivano notizie preoccupanti su Casa Malala, dove convivono un centinaio di migranti, di tutte le età, etnie, culture e religioni, con soli cinque gabinetti a disposizione, un paio di docce scalcagnate, lavandini rotti, in un contesto di totale degrado. Trattandosi di un edificio che appartiene al Demanio, ma che insiste in un’area che mi compete controllare come sindaca, soprattutto sotto l’aspetto sanitario – continua – devo occuparmene in prima persona. Nella giornata di Ferragosto – annuncia Kosmina – avremo ospite a Monrupino, in occasione della tradizionale cerimonia religiosa del 15 agosto che si svolge sulla Rocca, il vescovo di Trieste, Enrico Trevisi, e mi rivolgerò a lui per avere elementi utili. Ma prima ancora – sottolinea – porterò avanti l’interlocuzione con la Prefettura, che coordina l’attività di accoglienza dei migranti, per avere notizie più dettagliate sulla situazione interna alla struttura».
Proprio dalla Prefettura alcuni giorni fa, quando il “caso” Malala era emerso anche attraverso interrogazioni parlamentari e polemiche sollevate da partiti e sindacati, era stato fatto sapere che «da tempo sono state avviate le procedure di legge per gli interventi di manutenzione e ripristino, che porteranno a una più funzionale capacità di accoglienza da parte del centro di Fernetti».
La scorsa settimana la sindaca di Monrupino, accompagnata dal consigliere comunale Claudio Germani, ha avuto un incontro con Gianfranco Schiavone, presidente del Consorzio italiano di solidarietà, che in precedenza gestiva la struttura. «Siamo venuti a conoscenza di uno stato di sovraffollamento nella struttura, di degrado e abbandono della stessa – commenta la sindaca –. Mettendo insieme tutte le informazioni che abbiamo a disposizione da più fonti – continua – abbiamo constatato che non possiamo non interessarci come amministrazione comunale. Chiederò di fare personalmente un sopralluogo all’interno di Casa Malala – riprende Kosmina – e ricordo che i migranti che vivono nella struttura trascorrono il tempo senza poter fare attività, rendersi utili, impegnarsi in qualche modo. In sostanza uno spreco di potenzialità – evidenzia Kosmina – mentre si potrebbero individuare soluzioni utili per loro e per la collettività che li accoglie. L’area di Fernetti è già fonte di mille problemi per l’amministrazione comunale – conclude la sindaca – ora si aggiunge anche questo ulteriore fattore di preoccupazione. Cerchiamo di affrontarlo sulla base di elementi certi».
Casa Malala è una ex caserma della Guardia di Finanza, gestita dal 2016 al 2021, come centro di accoglienza, dal Consorzio italiano di solidarietà (Ics). Nel 2021 la gestione di Casa Malala è passata alla Caritas. In assenza di adeguati interventi, però, nonostante l’impegno della Caritas, la struttura è progressivamente caduta in uno stato di semi abbandono, culminato nella situazione attuale. Da circa un mese Casa Malala è passata alla gestione della coop Nova Facility, in base a una gara. Lo stesso Ics però ha già presentato ricorso al Tar per alcuni aspetti legati proprio alla gara.