BELGRADO Per una volta, la mancanza di infrastrutture nei Balcani potrebbe essere una buona notizia. Secondo un recente studio pubblicato dall’ong americana Global Energy Monitor (Gem) assieme ad altre organizzazioni internazionali, i sei paesi dei Balcani occidentali hanno una capacità solare ed eolica sufficiente ad evitare la costruzione di centrali a gas nella loro transizione verso l’energia pulita. Albania, Bosnia-Erzegovina, Kosovo, Montenegro, Macedonia del Nord e Serbia hanno in totale 23 gigawatt (GW) di capacità solare ed eolica in circa 90 progetti annunciati o già in fase di pre-costruzione o costruzione. «È il 70% in più rispetto a un anno fa ed è paragonabile alla capacità prospettica della Germania», si legge nel rapporto del Gem. «Se questi progetti diventassero operativi, potrebbero sostituire tutta la capacità di produzione di energia elettrica a gas presente e futura nella regione, evitando 103 milioni di tonnellate di CO2 (pari all'87% delle emissioni della regione nel 2022) e risparmiando oltre 9 miliardi di euro di attività non recuperabili», prosegue l’analisi del Global Energy Monitor.
Attualmente i sei paesi dei Balcani occidentali producono elettricità affidandosi soprattutto alle vecchie centrali a carbone e in secondo luogo agli impianti idroelettrici. La qualità dell’aria nella regione è infatti spesso tra le peggiori a livello mondiale. Nella transizione verde, i paesi dei Balcani devono saper «evitare la falsa promessa del gas», che, secondo il rapporto, si rivelerebbe a lungo termine più cara e inquinante.
«La scelta delle energie rinnovabili è una mossa più ecologica e che ha senso dal punto di vista economico», afferma Zhanaiym Kozybay, coautore del rapporto. Oltre ai citati progetti solari ed eolici, i Balcani si preparano infatti ad investire anche sul gas. «Solo la Macedonia del Nord e la Serbia hanno centrali elettriche a gas operative, mentre 2,6 GW di produzione di energia elettrica a gas sono previsti in Albania, Bosnia, Montenegro e Macedonia del Nord», sostengono Zhanaiym Kozybay (Gem) e Pippa Gallop dell’Ong ambientale europea Bankwatch, co-autrice del rapporto.
«Diversi studi hanno dimostrato che la transizione dal carbone al gas è più costosa rispetto al passaggio dal carbone alle energie pulite», proseguono Kozybay e Gallop. Nonostante questo, oggi «la flotta di impianti solari ed eolici della regione rappresenta solo il 7% dell'attuale mix elettrico (1,5 GW)» e i progetti attualmente in costruzione (solo il 6% dei 90 citati sopra) apporteranno appena un ulteriore 1,3 GW. Quello che serve per «saltare oltre il gas» è dunque «una maggiore volontà politica a livello nazionale». Nella regione, la Serbia – che oggi importa il 90% del suo gas dalla Russia – «ha la più grande prospettiva di produzione di energia solare ed eolica della regione», pari a 10,9 GW. Anche la Bosnia-Erzegovina ha un grande potenziale davanti a sé, tant’è che Serbia e Bosnia assieme «rappresentano quasi il 70% della potenziale capacità solare ed eolica della regione». È però il Montenegro il paese nella regione che sta costruendo la percentuale maggiore dei progetti solari ed eolici previsti: 11% contro il 5% della media europea. «I Balcani occidentali hanno un'opportunità unica di bypassare il gas passando direttamente alle energie rinnovabili, sfatando il pericoloso mito del gas come combustibile di transizione, raccogliendo al contempo i benefici economici e sociali di una giusta transizione», chiosano Kozybay e Gallop.