TRIESTE Giuseppe Pino Rosati, presidente della cooperativa Lister, è morto lunedì, all’età di 65 anni, al termine di una lunga malattia.
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Se ne va così, volato via come una delle “ombrele” rosse cucite a mano nell’atelier della sua sartoria sociale, uno degli ultimi protagonisti della rivoluzione di Franco Basaglia, di cui Rosati aveva saputo raccogliere il lascito trasformando il padiglione M dell’ex Opp di San Giovanni in una cooperativa capace di promuovere, fin dal 2009, una cultura del riuso e insieme offrire opportunità lavorative a persone in condizioni di svantaggio sociale.
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«Noi ridiamo nuovo significato agli scarti, li “frulliamo” e li rimettiamo in circolo», sintetizzava così Rosati il lavoro della sua Lister: un laboratorio in cui vecchi materiali e tessuti dismessi che andrebbero altrimenti gettati via vengono riutilizzati, trasformati in zainetti, frisbee, portafogli, mantelline per cani.
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Oppure borse, come quelle 2.2000 sacche in denim realizzate dai dipendenti della sartoria per i tanti ospiti della Settimana sociale dei cattolici in Italia, appena conclusa. In quell’occasione, per portare a termine una commissione così importante, Rosati aveva rivolto tramite Il Piccolo un appello ai cittadini, che avevano subito risposto “inondando” l’atelier di pile e pile di vecchi jeans ripescati dall’armadio.
Fino all’ultimo minuto dell’ultima telefonata Rosati, commosso e come sempre timido, aveva voluto ripetere: «Grazie, grazie a tutte le persone che ci hanno sempre voluto tanto bene».
