TRIESTE È la prima studentessa dell’università di Trieste a laurearsi in Farmacia con l’abilitazione all’esercizio della professione, senza dover quindi sostenere l’esame di Stato post-laurea.
Si chiama Corinne Durì, ha 24 anni e viene da Lavariano, in provincia di Udine: ha concluso tutti i suoi esami nei tempi previsti e con la sua laurea, lo scorso mercoledì, ha fatto da apripista per tanti suoi colleghi dei corsi di Farmacia e Chimica e tecnologie farmaceutiche (Ctf) che, grazie a un’iniziativa dell’ateneo triestino, potranno scegliere al quarto anno di studi se optare per il quinto anno abilitante o concludere gli studi con il “vecchio” ordinamento, che continuerà a prevedere un esame di Stato, seppure diverso rispetto al passato.
«Per me è stata un’opportunità davvero preziosa – commenta Corinne –, perché sto già lavorando, con un contratto da commessa, all’interno della farmacia dove avevo fatto il tirocinio curricolare: con titolare e colleghi ci siamo trovati subito bene e così abbiamo deciso di continuare a lavorare insieme. Grazie a questa novità potrò iscrivermi all’albo e continuare a lavorare lì con un nuovo contratto, stavolta da farmacista».
Già lo scorso anno l’ateneo giuliano aveva attivato, come le altre università italiane, i corsi riformati di Farmacia e Ctf, che prevedono un percorso abilitante alla professione: in linea con il decreto ministeriale n. 1147 del 2022, i nuovi corsi prevedono uno scoglio in più prima della laurea, la prova pratica valutativa, che va essenzialmente a sostituire il vecchio esame di Stato e si basa sulle competenze acquisite dai futuri farmacisti in sede di tirocinio curricolare (sono 900 le ore complessive di tirocinio previste dal corso di studi).
Ma una volta laureati si ha il grosso vantaggio di poter entrare subito nel mondo del lavoro, senza dover affrontare un ulteriore passaggio. Ed è proprio quest’aspetto ad aver attratto gli studenti al penultimo anno di Farmacia, che hanno sfruttato in massa l’opportunità messa sul piatto dall’ateneo triestino.
«Introdurre i corsi abilitanti dal primo anno era un obbligo di legge, ma non tutti gli atenei italiani hanno dato la possibilità a chi si trovava al quarto anno di accedere al quinto anno di corso abilitante – commenta Teresa Gianferrara, coordinatrice del corso di laurea in Farmacia –. Qui a Trieste è stato fatto, grazie a un importante sforzo collettivo. E siamo soddisfatti, perché la maggior parte dei 40 iscritti al quarto anno di Farmacia ha colto al volo l’opportunità».
La novità legislativa piace all’Ordine dei Farmacisti, che con la sua Federazione ha fatto pressing sul governo per ottenerla: «È nato tutto in epoca Covid, quando si è registrata una pesante carenza di professionisti sanitari – rammenta Marcello Milani, presidente dell’Ordine dei farmacisti della provincia di Trieste –. È una novità molto positiva, che accelera l’ingresso nel mondo del lavoro per i giovani professionisti».
Oggi, riflette Milani, la professione del farmacista è profondamente cambiata: «Alla provvidenziale possibilità di fare i tamponi in farmacia, introdotta in era Covid, si è aggiunta anche l’opportunità di effettuare esami e vaccinazioni: sarebbe il caso che anche i piani di studio venissero aggiornati. E non sarebbe una cattiva idea anticipare il tirocinio, che oggi viene effettuato a partire dal quarto anno». La conferma arriva anche dalle parole di Corinne, che spiega come il tirocinio le abbia fornito la conferma definitiva di aver intrapreso la strada giusta.
