Scritte e graffiti. “Satana è qui”. “Droga è qui”, con il disegno di una porta. E c’è anche una bestemmia. Povero futuro impianto sportivo polifunzionale di San Giovanni, quante che ne ha passate.
D’altronde il grigio parallelepipedo tra via Raffaello Sanzio e via San Cilino è rimasto fermo tanto di quel tempo, da consentire agli immancabili balordi di bivaccarvi all’interno.
Il primo atto fu un accordo di programma con la Regione risalente al 2008, al tempo del secondo mandato Dipiazza: 16 anni fa, ma l’attesa è finita.
Lo spazio, in questa fase completamente vuoto, appare molto ampio, lungo 65,50 metri e largo 26,50. Alto 7,50. Entrando da via San Cilino, sulla destra un blocco di cemento che fungerà da struttura servizi (ufficio, spogliatoi, depositi, toilette).
L’edificio viene considerato in buono stato di conservazione.
Da un mese, cioè da quando le chiavi sono state consegnate agli appaltatori trevigiani Virago e consorzio Cea, il tribolato destino di questo ex magazzino del trasporto pubblico sembra finalmente girare nel verso giusto.
Ieri mattina a presentarne le prospettive lo stesso sindaco Dipiazza, l’assessore Elisa Lodi in animalier, il dirigente dell’edilizia sportiva Luigi Fantini, i rappresentanti delle aziende appaltatrici.
Quadro economico da 4,3 milioni – più o meno raddoppiato rispetto agli albori – e cantiere da 3,3 milioni ottenuto mediante un ribasso pari al 6,8%. Le imprese opereranno, nel momento di più intenso impegno, con una ventina di addetti.
I lavori dureranno 240 giorni, fino al 2 febbraio 2025, poi scatteranno alcuni mesi di collaudi (qui Dipiazza ha sospirato platealmente a sottolineare le interminabili tempistiche degli appalti pubblici), terminati i quali si procederà ad affidare la gestione delle attività all’associazionismo sportivo. «Abbiamo già i primi interessati», aggiunge la Lodi. Se non interverranno criticità, il compendio sportivo potrà iniziare la sua attività entro la fine del 2025.
Dopo una serie di stop & go e dopo una articolata giostra di professionisti, il progetto esecutivo, a cura dell’ingegner Enrico Beltrame, leader dello studio udinese Serteco, ha precisato l’obiettivo dell’operazione.
Saranno costruite due palestre, una per la pallacanestro e una per la pallavolo. A loro volta verranno ripartite in 5 campi. Utilizzo variabile a seconda delle necessità, da quello agonistico a quello mattiniero scolastico-amatoriale. L’impianto sarà inoltre omologabile (Fip e Fipav) dalle società sportive che lo gestiranno.
Sia il primo cittadino che l’assessore hanno evidenziato la funzione sociale di un impianto che, insieme alla vicina piscina in concessione alla Samer e al campo di calcio del San Giovanni, risponderà alle richieste della parte orientale cittadina.
Tanto più che – nel quadro del piano Pinqua (15 milioni) chiamato a rinfrescare in collaborazione con Ater le vecchie architetture Gma di San Giovanni – proprio davanti alla palestra sorgerà un’area verde dotata di giochi per i piccoli frequentatori.
Ma il futuro impianto polifunzionale non ha finito il suo racconto. A terra si provvederà con una pavimentazione anti-trauma, mentre le due palestre saranno divise da un telone.
Le pareti, che delimitano lo spazio di attività sportiva, verranno equipaggiate protezioni resistenti agli urti per un’altezza minima di 2,5 metri. Sul lato dell’edificio che dà su via Raffaello Sanzio, sarà inserita una tribuna in grado di ospitare 99 persone.
Le opere da eseguire sono di natura edile e impiantistica: delle prime si occuperà la Virago, presente ieri con il titolare Andrea; le seconde saranno curate dal consorzio Cea, rappresentato da Pietro Bianchi e da Mario Citron. L’elenco è piuttosto denso, composto da 21 voci: citeremo demolizioni, riqualificazione del seminterrato, due rampe di scale, vie di fuga, rete di scarico, posa nuovi pavimenti, facciate, lattonerie-grondaie-pluviali, impianti elettrici-meccanici