È il primo bilancio nella breve storia di Società Autostrade Alto Adriatico. Sarà sottoposto all’assemblea dei soci venerdì 12 luglio, ma l’utile di esercizio, pari a 2,6 milioni, è già reso noto via delibera di giunta regionale, che ha approvato il documento. Il periodo considerato va dall’1 luglio al 31 dicembre, i primi sei mesi di attività della “in house” che ha sostituito Autovie Venete nella gestione delle tratte autostradali del territorio. Una soluzione, quella di una società interamente pubblica (90,5% Regione Friuli Venezia Giulia, 9,5% Regione Veneto) servita a evitare le gare europee e il conseguente rischio di perdere una autentica “cassaforte”.
In questa fase ancora di transizione non è peraltro possibile un confronto omogeneo tra i numeri di Autovie e quelli di Società Autostrade Alto Adriatico. Nel suo ultimo bilancio annuale, la vecchia concessionaria, nel 2022, aveva realizzato un utile di 32,7 milioni (oltre 11 in più del 2021). Nei bilanci 2023, sulla strada della liquidazione, l’utile era stato invece di 6,4 milioni nel primo trimestre e di 28 milioni dal primo aprile al 31 dicembre. Questione di allocazione delle risorse. Mentre, a fine corsa, Autovie ha liberato quelle accantonate, Alto Adriatico le ha indirizzate al fondo di ripristino, “tesoretto” che servirà per le future manutenzione di una rete che, dopo il rinnovo della concessione, gestirà per trent’anni.
Ma c’è anche un secondo fattore. Come da direttive dell’Art (Autorità Regolazione Trasporti) un’altra parte dei ricavi è stata accantonata in quanto i dati del traffico sono risultati superiori a quanto preventivato. In sostanza, il piano finanziario post Covid conteneva ipotesi di flussi inferiori a quelli che invece si sono realizzati nel 2023, anno che ha fatto segnare, con oltre 50 milioni di transiti (+5,8% sul 2022), il record storico delle tratte. Un trend che non si è interrotto: da gennaio a maggio 2024 siamo al +5,5% rispetto allo stesso periodo del 2023.
Tutto questo mentre proseguono i lavori per completare la terza corsia sulla A4 da Trieste a Venezia. A 13 anni e mezzo dalla posa della prima pietra, siamo a 60 chilometri di carreggiata allargata, poco meno di due terzi del progetto originario di 95 chilometri da Quarto d’Altino a Villesse. Per la parte rimanente, si dovrà fare i conti ora con i costi in aumento. Secondo le stime della società si è passati da una spesa prevista per opere da realizzare di circa 1 miliardo a 1,6 miliardi al netto dei nuovi interventi di rifacimento delle “opere d’arte” (ponti e viadotti), stimati in circa 350 milioni e da realizzarsi nell’arco della concessione trentennale.
In un’altra delibera, la giunta regionale dà poi il via libera all’avvocato Marco Monaco, scelto dal governatore Fedriga per il ruolo di presidente della concessionaria. Un’indicazione, commentava un paio di settimane fa l’assessore alle Finanze Barbara Zilli dopo il parere favorevole della Giunta per le nomine del Consiglio regionale, «che conferma la volontà dell’amministrazione regionale di individuare per i vertici delle società partecipate figure di alta competenza e professionalità. Il profilo di Monaco ben si adatta a ricoprire la carica e a soddisfare le necessità di gestione e di amministrazione della società, con particolare riferimento all’importante programmazione degli investimenti». Per il nuovo presidente, che sostituisce Gabriele Fava, diventato presidente dell’Inps, un compenso di 60mila euro lordi come per il predecessore.