TRIESTE. I nodi vengono al pettine. Il “pasticcio Tari”, che deflagrò nel 2022, porterà a un aumento, sino all’11% rispetto all’anno precedente, delle bollette dei rifiuti.
Il tema sarà sviscerato, lunedì in Consiglio comunale visto che fra i punti dell’ordine del giorno della seduta convocata per le 16.30 ci sono, anche, la presa d’atto del Piano economico finanziario (Pef) per il 2024 validato dall’Ausir e l’approvazione della tassa dei rifiuti. Tanta carne al fuoco, insomma, in una riunione che, fra mozioni e interrogazioni, avrà sette punti da affrontare.
Ma torniamo al “pasticcio”. Bisogna tornare indietro e riannodare i fili della memoria. Due anni fa, Giulia Roldo (consigliera comunale di Martina sindaco) si accorse che, sul sito del Ministero dell’Economia e delle Finanze, non era stata pubblicata la documentazione relativa all’adozione della delibera di approvazione delle tariffe della Tari per il 2022: non un dettaglio ma un elemento fondamentale per far acquisire efficacia alla delibera stessa. «Era il periodo - spiega l’assessore comunale al Bilancio, Paolo Lazzeri - in cui il sito del Comune di Gorizia fu bersaglio di un attacco hacker. Senza la pubblicazione sul sito del Mef era come se quella manovra non fosse mai esistita e vennero confermate le tariffe dell’anno precedente. Solo che, nel frattempo, i cittadini avevano già pagato e, quindi, il mio predecessore (Lucio Beltrame, ndr) e gli uffici, dopo tutti gli approfondimenti del caso, stabilirono che andavano restituite le somme degli aumenti ai goriziani». Cosa che venne, puntualmente, fatta.
Oggi, dicevamo, i nodi arrivano al pettine. «Le somme non pagate nel 2022 - spiega ancora Paolo Lazzeri - dovranno essere corrisposte adesso. Dobbiamo inserire, in altre parole, quei 703.338 euro del 2022 che non sono stati pagati in quello stesso anno». L’argomento è parecchio complicato da spiegare ma, semplificando al massimo, l’effetto diretto e concreto è che le bollette dei rifiuti conosceranno aumenti sino all’11%: una novità che, ovviamente, non sarà accolta dai salti di gioia delle famiglie, sempre più schiacciate dal peso delle spese fisse. Altri dati interessanti: dal confronto tra il Pef (Piano economico finanziario) netto 2023, pari a 6.814.430 euro, e il Pef netto relativo al 2024, che assomma a 6.994.596 euro, si evince una differenza di 180.166 euro che corrisponde ad un aumento delle tariffe 2024 rispetto alle tariffe 2023 del 2,6%. Ebbene: questa sarebbe dovuta essere la percentuale d’aumento delle bollette-rifiuti nell’anno in corso. Ma la percentuale si dilata sino all’11 per cento proprio perché vanno inseriti quei 703.338 euro (ripartiti tra utenze domestiche per 497.218 euro e utenze non domestiche per 206.120), eredità scomoda del 2022.
Peraltro, non è mai stato chiarito se la mancata pubblicazione del piano sul sito del Mef sia stato determinato dall’azione di sabotaggio del sito web istituzionale del Comune di Gorizia (che ha fatto perdere tutti i dati) o se è stato il frutto di una qualche forma di negligenza da parte di colui che, negli uffici finanziari comunali, avrebbe dovuto trasmettere il documento finanziario al Ministero.
Nella bozza di delibera che approda questa sera in Consiglio, ci sono altri due elementi interessanti che riportiamo testualmente. «A fronte della rettifica della Tari 2022 effettuata in sede di saldo Tari 2023 pari a 703.338 euro si rende necessario il recupero di tale somma nella determinazione delle tariffe Tari 2024 al fine del mantenimento degli equilibri di bilancio 2023-2024 relativi al servizio di gestione rifiuti». Importante anche il passaggio successivo: «L’incremento complessivo delle tariffe Tari 2024 tiene conto di tale recupero una tantum». Come a dire: capiterà soltanto quest’anno ma gli aumenti sono... obbligati.
