foto da Quotidiani locali
GORIZIA l loro destino, progetto alla mano, era lo smantellamento. Il progetto non prevedeva la loro sopravvivenza. Parliamo, in primis, del bunker con garitta riemerso, nell’area doganale della stazione ferroviaria di Gorizia, durante l’attività di disboscamento, effettuata nei giorni passati e propedeutica ai lavori che interesseranno (e rivoluzioneranno) l’intera area di piazzale Martiri della Libertà.
Ma doveva esser tombato pure il “laghetto” con i pesci e i rospi che si trova sempre nell’area della stazione e che risale agli anni Cinquanta. Carte alla mano, lì doveva essere realizzata una zona verde. Ma, per lunghi anni, decine e decine di bambini, accompagnati da genitori e nonni, sono stati portati lì a vedere quello che è diventato un piccolo luogo del cuore di Gorizia.
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Ma, oggi, arriva il dietrofront. Né il bunker, né la vasca verranno toccati. «Su indicazione del sindaco - spiega l’amministrazione comunale - è stata contattata Rfi, Rete ferroviaria italiana. E abbiamo riscontrato massima disponibilità a rivedere l’ipotesi progettuale di smantellare il bunker e di tombare la vasca».
Aggiungono il sindaco Rodolfo Ziberna e l’assessore comunale a Go!2025 Patrizia Artico: «Ringrazio Rfi - dichiara il primo cittadino - per la sensibilità dimostrata sia riguardo alla struttura ex militare sia riguardo la vasca e i suoi “abitanti”, pesci e rospi che sono stati adottati, con il passare degli anni, da tutta la stazione e dai pendolari. Si tratta, in entrambi i casi, di ricordi importanti per tanti cittadini».
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Aggiunge Patrizia Artico: «Mi unisco alle dichiarazioni del sindaco e, in più, voglio ringraziare l’ex consigliere comunale Fabio Gentile per aver lanciato l’allarme attraverso le pagine del Piccolo. La sua segnalazione è stata fondamentale perché, per quanto mi riguarda, non sapevo della loro esistenza. È stata una bella scoperta». L’assessore aggiunge: «Si stanno individuando delle soluzioni non solo per tutelare queste memorie storiche ma anche per valorizzare. Gorizia si sta confermando “città dei bunker” e questo potrebbe diventare un elemento di attrazione per la Capitale, andando a creare una sorta di percorso che abbracci gli ex siti militari. E anche il “laghetto” può diventare un elemento che arricchisce la realizzanda area verde».
Lo storico Pierluigi Lodi ha fatto un supplemento d’indagine. «È stato effettuato un sopralluogo con la Soprintendenza e, all’interno, sono stati individuati due graffiti del 1917. Ciò conferma che era precedente alla Seconda guerra mondiale. La struttura potrebbe essere stata utilizzata durante gli scontri della battaglia di Gorizia del 1943: c’è già chi si è fatto avanti e ricorda di essere stato lì, da bambino, a giocare in tempi di pace».
Un’ulteriore conferma arriva anche dall’ex parlamentare Guido Germano Pettarin. «La nonna di mia moglie, Margherita Chersi in Andretti, abitava in via Trento nel periodo della seconda guerra mondiale e ci raccontava che andavano lì perché era un rifugio anti-aereo». Ma la vegetazione selvaggia aveva finito con il ricoprire tutto.
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