foto da Quotidiani locali
TRIESTE «La notte africana è gelida in questi mesi e i guerriglieri non dispongono di giacche pesanti e di coperte per proteggersi dal freddo, alcuni si avvolgono in lenzuola bianche saccheggiate chissà dove. Nella luce incerta e spettrale sembrano fantasmi scaturiti da qualche racconto dell’orrore». Così, l’11 luglio del 1986, dalle pagine di Epoca raccontava la penna di Almerigo Grilz.
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Il reportage era titolato “Un’armata di fantasmi” e compone uno dei pannelli esposti alla mostra multimediale “Gli occhi della guerra”, inaugurata ieri, giovedì 9 maggio, nell’atrio della Camera di Commercio con testi, video e foto dello stesso Grilz, di Fausto Biloslavo e Gian Micalessin.
Un’iniziativa che fa parte delle tappe di avvicinamento al Premio giornalistico intitolato allo stesso Grilz, e che in calendario, oggi, prevede dalle 9.30 in Camera di Commercio un corso di formazione per giornalisti, e alle 18.30 al Ridotto del Verdi il talk show “Il Mondo in guerra fra informazione e disinformazione”.
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La mostra si apre con una serie di video girati dal giornalista – morto nel 1987 in Mozambico mentre filmava uno scontro fra ribelli e governativi – tra il 1983 e il 1987. Su un altro schermo scorrono invece gli scatti realizzati negli stessi anni in Cambogia, Iran, Mozambico, Filippine.
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I totem invece riprendono, come dicevamo, alcuni dei reportage di Grilz pubblicati, ad esempio, su Sunday Times, Avvenire, Epoca, Panorama. E poi la riproduzione di alcune pagine della sua agenda, con appunti e disegni in cui era abilissimo.
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All’inaugurazione ha fatto da contraltare un presidio in piazza della Borsa, al quale hanno preso parte una cinquantina di persone per chiedere al sindaco e al presidente della Regione di non patrocinare il premio, e al governatore Massimiliano Fedriga di non finanziare ulteriormente l’iniziativa per il passato nel Msi di Grilz. «Vogliamo testimoniare il nostro contrasto alla riabilitazione delle figure legate al Ventennio e al neofascismo», così Pierpaolo Brovedani, presidente della sezione Cgil dell’Anpi, che ha fatto riferimento a «un filo nero che passa da Mario Granbassi a Ernesto Mari (direttore del Coroneo infoibato a Gropada, nda) che noi vogliamo spezzare».
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In piazza bandiere di Cgil, Usb, Verdi Sinistra. Presenti tra gli altri Alessandra Richetti del M5s e Riccardo Laterza di Adesso Trieste: «La figura di Grilz – così Laterza – non è un esempio per le giovani generazioni, dedicargli un premio è propaganda politica riscrivendo la storia».
«Ognuno è libero di protestare – così Biloslavo – ma invito chi protesta a venire a leggere i reportage di Almerigo, a vedere se in questi scritti ci sia qualcosa di scandaloso. Se siamo in un Paese democratico, che chi protesta sostiene di difendere, mi aspetto che le stesse persone difendano questo premio invece di chiedere venga cancellato».
«Davanti alla morte ci si deve mettere sull’attenti», le parole del sindaco Roberto Dipiazza: «I presidenti della Repubblica italiana e slovena si sono tenuti per mano davanti alla Foiba di Basovizza, quindi trovo vergognoso vedere una manifestazione di protesta mentre si inaugura una mostra».
«La mostra – sottolinea il vicegovernatore Mauro Anzil – è una regione di confine: desideriamo esplorare la cultura di frontiera, ma la nostra è anche una regione policentrica e quindi non può che sostenere una cultura polifonica e non monotona». —
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