TRIESTE L’Autorità portuale raddoppierà le tasse sulle merci in vigore nei porti di Trieste e Monfalcone. La decisione è stata assunta nei giorni scorsi dal presidente Zeno D’Agostino e avrebbe avuto effetto immediato, non fosse che il malcontento degli spedizionieri ha convinto l’Authority a sospendere la misura per due mesi, al fine di condurre un monitoraggio che chiarisca l’impatto del rincaro sui traffici. L’incremento si applica non sul singolo contenitore (container o rimorchio che sia), ma sulla tipologia di merce. E non si preannuncia cosa da poco, perché si parla di un incremento del 140% rispetto a quanto richiesto finora. L’Autorità portuale stima che la misura produrrà un aumento dei proventi attestato fra 2,5 e 3 milioni all’anno, necessari a tenere in sicurezza il bilancio dell’ente, indebolito dall’inflazione e dai 3-4 milioni in più che l’Autorità portuale deve pagare ogni anno per le imposte sui canoni di concessione, come richiesto dall’Unione europea agli scali italiani.
L’intervento si concentrerà sulla tassa erariale e sulla tassa portuale, applicate sulle merci sbarcate e imbarcate diverse dal greggio, la cui tassazione è stata aumentata nel 2022 su livelli paragonabili a quelli decisi ora per il resto delle categorie. L’obiettivo è drenare risorse per finanziare le manutenzioni sulle infrastrutture portuali di Trieste e Monfalcone, ma la decisione è motivata anche dalla «situazione economico-finanziaria dell’Autorità», che ha evidenziato «negli ultimi esercizi, a causa degli sviluppi dell’attualità, una contrazione delle entrate di parte corrente a fronte di un incremento delle uscite».
Il presidente Zeno D’Agostino difende la scelta assunta a poche settimane dalla fine del mandato: «Sono 9 anni – dice – che le tasse a Trieste non sono state toccate ed è un caso unico per tutti i porti italiani. Anzi abbiamo abbassato l’imposizione su caffè e legname per sostenere le filiere. Oggi le tasse sulle merci sono un quarto degli altri porti italiani, a bilanciare i vantaggi di cui Trieste gode per il Porto franco. Con l’aumento, le tasse verrebbero portate a circa metà rispetto agli altri scali. Dalle prime proiezioni parliamo comunque di un aumento di 7 euro a container, che mi pare sostenibile, tanto più se messo in relazione all’aumento dei noli da parte dei privati in questi ultimi anni».
Gli spedizionieri però protestano, timorosi che la nuova tassazione possa comportare la scelta degli operatori di guardare ad altri porti. Stefano Visintin, presidente dell’Associazione spedizionieri del porto di Trieste, sottolinea che «la decisione è stata presa dall’Autorità portuale senza analizzare con attenzione tutte le ricadute. I segmenti di traffico con più competizione potrebbero subire una contrazione. Le materie prime sono ad esempio molto esposte perché le tasse si applicano a tonnellata e questo può penalizzare Monfalcone, dove arrivano grandi volumi con valori non enormi (in primis cellulosa e prodotti siderurgici, ndr). Preoccupa poi l’impatto sui container, avendo Trieste un competitor molto ben attrezzato come Capodistria, dove non esiste neppure una tassa specifica sulle merci». E sull’impatto della tassazione, le proiezioni divergono rispetto a quelle dell’Autorità: «Su un container si potrebbe pagare 15 euro in più», chiosa Visintin, raddoppiando la previsione di D’Agostino.
È per questa ragione che il presidente dell’Authority ha accettato la richiesta di sospendere il provvedimento fino al 30 giugno, in modo tale da poter calcolare gli effetti che il provvedimento stesso avrà sulle diverse categorie merceologiche e dunque sui flussi di merci. Allo scopo verrà aperto un tavolo tecnico che monitori la situazione e tenti di arrivare a soluzioni più condivise. «Faremo una simulazione – spiega D’Agostino – per vedere come le tasse impatteranno sui diversi prodotti rispetto alle varie unità di carico impiegate, dai container ai ro-ro. La misura entrerà ad ogni modo in vigore dal primo di luglio e si tratta di un passo importante, perché l’Autorità usa queste risorse per mantenere alto il livello della sicurezza sul lavoro grazie all’aumento degli ispettori e lavorando alla miglioria di banchine e infrastrutture».