foto da Quotidiani locali
TRIESTE Ha “scelto” proprio la notte di San Valentino, la festa degli innamorati, per picchiare la compagna con una furia inaudita, afferrandola per il collo, riempiendola di pugni, salendole addosso e premendo con il ginocchio sul costato fino a romperle le costole.
Un’aggressione che le aveva provocato lesioni gravi, con un prognosi di più di 40 giorni: era stato l’atto finale di una relazione sofferta, un legame segnato dalla violenza e dalla gelosia, come ha riferito la stessa vittima alla Polizia. Un incubo che ora è finito: l’ormai ex compagno si ritrova indagato e il giudice, su richiesta della Procura, ha previsto per lui il braccialetto elettronico e il divieto di avvicinarsi alla donna. Se lo violerà rischia di finire subito in carcere.
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Un’altra storia, l’ennesima a Trieste, in cui un rapporto d’amore diventa qualcosa di molto diverso, un abisso da cui la vittima è riuscita a risalire, denunciando tutto, solo dopo quell’ultimo episodio di violenza. L’ultimo, non il primo.
Una storia venuta alla luce nella notte di San Valentino, quando gli agenti di una volante sono arrivati all’ospedale di Cattinara dove i medici avevano segnalato la presenza di una donna appena ricoverata per un’aggressione subita per mano del compagno, un 43enne triestino che, per analoghi episodi, aveva già ricevuto un provvedimento di ammonimento del questore.
La donna, che mostrava evidenti segni di lesioni sul corpo e sul volto, ha riferito alla Polizia che lei e il 43enne, dopo aver trascorso la serata di San Valentino a casa assieme a una coppia di amici, avevano iniziato una discussione, per motivi di gelosia. Dopo aver congedato gli ospiti, lui aveva perso definitivamente la calma, aggredendo la compagna, afferrandola per il collo e spingendola sul divano. Poi, con il ginocchio le aveva premuto il costato e le aveva sferrato dei pugni.
A quel punto lei era riuscita a divincolarsi e a rifugiarsi nel bagno dove si era rinchiusa e aveva chiesto aiuto, ma all’arrivo dei soccorsi l’uomo si era dileguato. La donna era stata ricoverata in ospedale dove le avevano riscontrato fratture costali e trauma cranico con una prognosi di 41 giorni.
In seguito ai successivi accertamenti, il gesto compiuto dal 43enne è stata inquadrato come l’ennesimo episodio in cui a manifestarsi erano una incontrollabile gelosia e una incapacità di frenare i propri impulsi violenti nei confronti della compagna. La donna dichiarava che nel corso della loro relazione, che si intratteneva, da circa cinque anni gli episodi di violenza erano stati tutt’altro che isolati.
L’indagine, che ha visto impegnato il personale del Commissariato di San Sabba, ha portato il sostituto procuratore Lucia Baldovin a chiedere una misura cautelare e il Gip Luigi Dainotti ha emesso un’ordinanza con il divieto di avvicinamento alla persona offesa e ai luoghi che la donna frequenta, visto il pericolo concreto di recidiva: il 43enne dovrà tenersi a una distanza non inferiore a 500 metri.
Previsti anche, come detto, l’applicazione del braccialetto elettronico e il divieto di comunicazione con l’ex compagna.