CORMONS Il numero dei gatti abbandonati è sempre più allarmante. Per ridurre questo triste fenomeno la strada maestra è l’utilizzo obbligatorio dei microchip di riconoscimento e un aggiornamento della legislazione attualmente in vigore. Lo chiede Stefano Zanuttin, presidente dell’associazione “Tocs-Progetto Zampette di Cormons”, sodalizio attivo sul territorio dal 2018 per promuovere progetti di assistenza ai gatti randagi. «Ogni anno – dice Zanuttin – la situazione relativa all’emergenza felina è sempre più grave. Solo attraverso una efficace e incisiva campagna di contenimento demografico si può dare risposta a quella che a tutti gli effetti è una vera e propria piaga».
Il resoconto dell’attività svolta dal gruppo di volontariato e i dati del 2023 sono emblematici: i gatti soccorsi sono stati 646 (70 nel 2018); deceduti 63; sterilizzati, curati e liberati in colonia 180; adozioni 336; 65 ospitati dalle volontarie. Se invece come arco temporale si fa riferimento al 2020-2023: i gatti accuditi 1.700, quelli in adozione 900 microchippati e sterilizzati.
Oltre a coordinare le referenti di colonie censite presenti nei Comuni di Cormons, Medea, San Lorenzo, Mariano, Capriva e Moraro i volontari cormonesi si occupano anche di moltissime colonie, non censite, in provincia di Gorizia e in provincia di Udine, dando assistenza ed eseguendo le catture per la sterilizzazione. Il numero di gatti da gestire è diventato incompatibile con quella che dovrebbe essere un’attività di volontariato. Per questo l’associazione cormonese si è unita ad altre realtà animaliste con l’obiettivo di richiedere alla Regione un aggiornamento normativo in materia. Le associazioni sono: Progetto Zampette cormonesi, Zampa su zampa, Amico gatto, Amici di Luna e Sam, Amici di Poldo, Ricomincio da Cane, Gruppo Ambiente Odv Rifugio per animali abbandonati, Il sentiero di Ares.
«Sono convinto che il randagismo felino – ribadisce Zanuttin – si combatte con la sterilizzazione e la microchippatura. L’utilizzo di questo strumento non significa che il gatto non possa continuare a fare la propria vita di animale libero, ma il microchip è necessario per dare un’identità e una dignità all’animale, che potrà così sempre essere riconducibile al proprietario (utilissimo in caso di smarrimento) e rappresenta un deterrente all’abbandono. Fondamentale poi la campagna a favore della sterilizzazione, sia con l’aumento dei fondi regionali a disposizione sia con la sensibilizzazione degli esemplari lasciati liberi di vagare sul territorio (come già avviene per i gatti di colonia)». Proprio grazie al microchip “Zampette cormonesi” ha potuto riconsegnare ai proprietari di Grado un gatto trovato a Palmanova e, molto probabilmente, salito su un’auto o un furgone.