Cambiamenti climatici permettendo, c’è ancora spazio per andare sugli sci o praticare lo snowboard. Parliamo degli sport invernali più diffusi in montagna che in questi giorni appassionano per le gare di Coppa del mondo maschile e che vedono tra i protagonisti, oltre che atleti professionisti, anche gli amatori. Cosa che comporta però, visto che si tratta di attività considerate ad alto rischio anche per i più esperti, un numero di incidenti considerevole – almeno circa 30mila ogni anno – sulle piste da sci.
Gli infortuni più frequenti degli sciatori colpiscono le ginocchia, le mani e le spalle; gli snowboarder incorrono invece soprattutto nei traumi ai polsi, gomiti e spalle. Le fasce di età più esposte sono quelle dei più giovani, tra i 10 e i 20 anni, e tra i 50 e over 60. La prima categoria a causa della tendenza a essere spericolati in questa età; per l’altra conta molto la preparazione atletica, “che è la cosa più importante e spesso sottovalutata – spiega al FattoQuotidiano.it il professor Ezio Adriani Direttore dell’Unità Operativa Complessa (UOC), Traumatologia dello Sport e Chirurgia Articolare del Policlinico Gemelli -. Oltre alla preparazione muscolare, conta anche quella tendinea che porta ad avere muscoli elastici. Per questo consigliamo di fare stretching prima di iniziare a sciare. Inoltre, c’è da considerare un allenamento che chiamiamo propriocettivo, un tipo di addestramento fisico basato sull’equilibrio, elemento fondamentale quando si scia: il ‘core’ – il baricentro – deve essere preparato a rimanere stabile sugli sci, soprattutto quando si effettuano repentini cambi di posizione durante la discesa”.
Quella del difetto di preparazione è tipica dei “saltuari” della neve.
“Sembra un dato banale, ma molti sciano solo una settimana l’anno e quando tornano sugli sci, invece di confrontarsi con un istruttore, vanno sulle piste senza rinfrescare alcune nozioni tecniche basilari. Tra l’altro ricordo che in Italia abbiamo le scuole di sci migliori del mondo: basta fare una lezione di un giorno per riprendere confidenza con gli attrezzi. In sintesi, sciare con il maestro porta a una riduzione fondamentale di incidenti”.
Le condizioni ambientali
Altra regola basilare è conoscere bene le caratteristiche delle piste.
“Esattamente. C’è chi va un anno a sciare per esempio in Valle D’Aosta e l’anno dopo si reca in Trentino: sono situazioni diverse che richiedono preparazioni ad hoc per evitare imprevisti e incidenti. Sono semplici raccomandazioni che ridurrebbero notevolmente il numero di traumi”.
Avere dimestichezza di una pista da sci significa anche vedere bene dove ci si sta muovendo.
“E qui affrontiamo un altro punto essenziale: le condizioni di visibilità. In particolare, se si scia a una certa velocità si rischia di non vedere bene la segnaletica, un dosso sulla pista o altre alterazioni del terreno, magari un cambio rapido di pendenza. O, fatto ancora più grave, non si vedono altri sciatori davanti a sé”.
Per cui, altra raccomandazione: sciare mantenendo una distanza di sicurezza tra noi e gli altri.
“In pratica, ci sono condizioni limite oltre le quali non si dovrebbe andare. Quando per esempio una pista non è praticabile per condizioni ambientali avverse viene indicato. Sta poi alla responsabilità individuale rispettare quel divieto. Sulla qualità degli impianti sciistici posso dire che anche in questo caso gli italiani sono bravissimi. Soprattutto in Trentino, dove le piste sono tracciate molto bene ed esiste un’ottima segnaletica che indica dove si può o meno andare”.
Ben attrezzati, anche con l’airbag
Capitolo attrezzatura. Non sempre è adeguata?
“No, se consideriamo che sta aumentando anche la pratica dello sci da alpinismo dove si rischia un po’ di più. Bisogna quindi essere ancora più attrezzati con sistemi di protezione e sicurezza adeguati. A partire dal casco obbligatorio, guanti protettivi, giubbotti imbottiti che ormai esistono come per le moto, e anche dispositivi tipo airbag, dei gilet che si attivano in caso di caduta e ammortizzano il colpo. In particolare, chi fa sci alpinismo dovrebbe indossare sistemi GPS per essere rintracciato in caso di valanghe, i famosi ‘Arva’”.
Che fare in caso di dolori articolari
Altra cosa da non sottovalutare è se si avvertono dolori e fastidi fisici che possono compromettere la stabilità e il controllo dei movimenti.
“Parliamo di problemi al menisco e ai legamenti perché sono i più frequenti. In questi casi se è presente un ginocchio instabile, perché magari la persona ha subito una lesione del crociato giocando a calcio o a padel e poi va a fare la settimana bianca, rischia molto di più degli altri. In definitiva, non può andare a sciare”.
L’importanza di una rapida diagnosi
Che fare in caso di caduta e sospetto di un trauma?
“Spesso, dopo una caduta, a causa del freddo o dell’adrenalina non si avverte subito il dolore. Se però ci si accorge che il ginocchio non tiene c’è una distorsione. A quel punto la cosa migliore è avvertire i soccorsi adottando tutte le cautele e non forzare sull’articolazione. È molto importante una diagnosi precoce e specialistica, molte volte succede che la diagnosi venga ritardata. Occorre invece capire e discernere in breve tempo tra una distorsione normale o meno. Di fronte a una lieve distorsione, si può tornare a sciare anche dopo due-tre giorni; una distorsione che ha provocato una rottura di un legamento o di un menisco richiede invece un intervento chirurgico. Dopo l’intervento si ritorna assolutamente a fare tutto. Tuttavia, dipende se uno ha intenzione di tornare a sciare oppure no. Se una persona si rompe il crociato, può anche fare una vita normale e decidere di non operarsi. Ma se uno vuole tornare a sciare l’intervento è d’obbligo. Oggi noi chirurghi siamo in grado di far tornare a sciare le persone che lo vogliano, a patto di fare un’idonea riabilitazione”.
Sulla neve sembra anche che si sottovalutino gli effetti dell’alcol.
“È un altro punto essenziale. Si sta diffondendo la moda dei cosiddetti ‘Après-ski’ dove si bevono alcolici a fine giornata prima di rientrare a valle con l’ultima pista: assolutamente da evitare gli abusi!”.
L'articolo Attenzione agli infortuni “nascosti” con sci e snowboard, l’esperto: “Con il freddo spesso non si avverte subito il dolore, ecco cosa si rischia” proviene da Il Fatto Quotidiano.